Ravenna, il giudice sulla Idem: "Col marito truffò il Comune"

Prescrizione con sorpresa: il reato è estinto ma il giudice scrive una sentenza di condanna

Josefa Idem

Josefa Idem

Ravenna, 4 dicembre 2016 – Nella loro valenza documentale, i fatti sono del tutto provati». Il che significa una sola cosa: secondo il tribunale, la senatrice Pd e olimpionica di kayak Josefa ‘Sefi’ Idem e il marito-allenatore Guglielmo Guerrini truffarono il Comune per un totale 8.642 euro di contributi previdenziali.

A sostenerlo è il gup Rossella Materia nelle motivazioni con cui ha spiegato come mai martedì scorso, al termine del rito abbreviato, aveva prosciolto i due per «intervenuta prescrizione del reato» a fronte di una richiesta di condanna di un anno e mezzo di carcere. In teoria avrebbe potuto limitarsi a proporre il calcolo alla base della decisione: e invece il giudice Materia si è spinto sin nel merito della questione, giungendo a questa conclusione: «Penale responsabilità di entrambi».

Il caso risale al 2006 ma il fascicolo penale era stato aperto nell’estate 2013 in seguito a un esposto inoltrato dal consigliere comunale Alvaro Ancisi di LpRa poche settimane dopo le dimissioni della Idem dalla carica di ministro allo Sport a causa di un’inchiesta giornalistica su presunte irregolarità nel pagamento Ici-Imu della sua residenza a Santerno. Secondo quanto verificato nelle indagini coordinate dal pm Angela Scorza, il 25 maggio del 2006 la Idem era stata assunta «con contratto a tempo indeterminato» – ha fatto presente il gup – e come unica dipendente da un’associazione sportiva dilettantistica, la ‘Canoa Kayak Standiana’, il cui presidente era il suo allenatore nonché consorte Guglielmo Guerrini.

Tre giorni dopo a Ravenna c’erano state le elezioni, poi vinte da Fabrizio Matteucci «già dato per favorito». Il lunedì il marito della Idem aveva denunciato all’Inps l’assunzione della moglie. Pochi giorni dopo la Idem gli aveva chiesto l’aspettativa: senza spiegare il perché – ha annotato il gup – ma dicendo solo che il periodo avrebbe dovuto partire dal 10 di giugno. E in quella data la Idem era stata nominata assessore comunale allo Sport. Il che aveva significato che il Comune avrebbe dovuto provvedere al versamento dei suoi contributi (gli 8.642 euro appunto).

Ed è qui secondo il giudice che si è annidata la truffa contestata ai due coniugi: «La tempistica e l’ovvia considerazione per cui la Idem fosse stata contattata dal candidato sindaco» già prima delle elezioni, «fonda ampiamente la tesi d’accusa».

In questa direzione vanno in particolare due elementi. Si parte dalle dichiarazioni rese da Pericle Stoppa (anche lui in quell’anno neoassessore) secondo cui – si legge nelle motivazioni – «la nomina della Idem era circostanza pressoché scontata nelle discussioni pre-elettorali relative alla giunta che Matteucci avrebbe formato ove eletto». Per proseguire con «l’inequivoca circostanza che la richiesta di aspettativa non retribuita presentata dalla Idem» indicava come data di partenza «proprio quella in cui sarebbero stati nominati gli assessori». A coronamento della tesi accusatoria, vanno pure la «contraddittorietà della mansioni indicate nel contratto e quelle dichiarate dalla Idem al Comune». E il fatto che quell’associazione «fino ad allora non aveva avuto alcun dipendente» e non ne ebbe neppure dopo le dimissioni della Idem. Per il gup si era cioè trattato di «un rapporto di lavoro del tutto simulato, creato nella consapevolezza che la Idem non lo avrebbe mai svolto» e allo scopo di «beneficiare del versamento previdenziale». Ultimo atto nel maggio 2007 quando la Idem aveva lasciato la carica di assessore per allenarsi in vista delle olimpiadi di Pechino 2008. Per il giudice «il reato di truffa deve considerarsi consumato alla data dell’ultimo» versamento previdenziale del Comune: 18 giugno 2007. Il che determina una precisa data di prescrizione: 18 dicembre 2014.