Russi, muore sulla pista da motocross. Indagato l'amico campione mondiale / FOTO

Francesco Cecchini ha travolto Marco Buzzi: impatto inevitabile. Sotto inchiesta anche il gestore della pista e il team che lo ha affittato

La vittima Marco Buzzi

La vittima Marco Buzzi

Russi (Ravenna), 23 gennaio 2018 - «Francesco non ha potuto evitare l’impatto. Ora è distrutto. Per lui Marco era più di un amico». Fabrizio Cecchini, capo tecnico della scuderia di Moto Gp Gresini Racing, racconta il dramma del figlio, Francesco Cecchini, di Misano, campione mondiale e quattro volte campione europeo di flat track, una particolare disciplina del motocross. È stato lui, domenica pomeriggio, sul circuito ovale di Pezzolo di Russi, nella campagna ravennate, a travolgere involontariamente con la propria moto il 46enne di Novi Ligure Marco Buzzi, il pilota che ha perso la vita dopo essere caduto rovinosamente davanti a lui sullo sterrato. Tutto è accaduto in una frazione di secondo. Un incidente terribile e inspiegabile, per un esperto quale era il campione piemontese, artigiano con la passione delle due ruote sin da bambino e ritenuto tra i migliori nella disciplina, categoria dove le moto sono dotate del solo freno posteriore e corrono su sterrati in piano e ovali.

L’incidente, avvenuto domenica intorno alle 15,30, produrrà uno strascico giudiziario. La Procura di Ravenna, infatti, ha indagato per omicidio colposo tre persone: il gestore del tracciato, che lo aveva affittato dal proprietario dell’area, ma anche il legale rappresentante del team che lo aveva preso a noleggio per il weekend, radunando i migliori piloti della categoria. Come atto dovuto verrà iscritto anche Francesco Cecchini, l’amico che ha investito la vittima dopo la caduta e che dopo l’incidente non riusciva a darsi pace.

I carabinieri hanno messo i sigilli al circuito, in attesa di accertarne l’idoneità a ospitare gare e allenamenti per questo tipo di attività, per le quali è molto utilizzato dagli appassionati e ospita diversi appuntamenti e raduni motoristici. Sotto sequestro sono finite anche le due moto, quella della vittima e quella del pilota che lo tallonava in corsa e lo ha travolto, per valutare eventuali malfunzionamenti. Ieri pomeriggio, alla medicina legale di Ravenna, è stata effettuata un’ispezione esterna della salma, e ora potrà essere dato il nulla osta ai funerali.

Ad assistere alla tragedia c’era anche la compagna dell’uomo, con la quale viveva a Castelletto d’Orba, piccolo paese dell’Alessandrino. Elettricista e artigiano tuttofare, in carriera Marco Buzzi si era aggiudicato diversi titoli. Il suo numero, che portava con fierezza sulla moto e sulla tuta, era il ‘40’. Gli amici lo chiamavano ‘il senatore’, tanto era bravo, e avrebbe compiuto 47 anni a fine mese.

«Si scelgono questi tracciati perché sono poco frequentati e i rischi dovrebbero essere minori», racconta Fabrizio Cecchini, che dice di non avere visto l’attimo in cui è avvenuto l’incidente, anche se tutti i presenti subito si sono resi conto della gravità dell’accaduto. «È assurdo – aggiunge – , in uscita di curva su quel piccolo ovale si può viaggiare a 30 o 40 chilometri orari. Si va davvero piano non come in altri circuiti dove entri in curva in quinta piena. Ma se ti trovi dietro a un metro, evitare il contatto con chi ti cade davanti è impossibile».