Omicidio di Ravenna, il sangue di Giulia sui jeans e scarpe di Cagnoni

Perizia genetica: gli elementi a favore dell'accusa

Giulia Ballestri

Giulia Ballestri

Ravenna 1 febbraio 2017 - Sugli abiti e le scarpe di Matteo Cagnoni, nonché sui cuscini trovati nella sua Mercedes, c’è il sangue di Giulia Ballestri. E sul bastone usato per colpire ripetutamente la donna, fino a spezzarle il respiro, c’è il Dna del dermatologo. Sono questi, in buona sostanza, gli elementi a favore dell’accusa che emergono dalla perizia depositata nei giorni scorsi ed eseguita su tutte le tracce biologiche repertate nell’ambito dell’inchiesta che da quattro mesi e mezzo vede in carcere il medico 51enne in quanto unico indagato per l’uccisione della moglie 39enne che voleva la separazione.

L’accertamento, eseguito in incidente probatorio, cioè alla presenza dei consulenti delle parti, doveva essere discusso questa mattina, ma l’udienza è slittata in quanto la difesa ha chiesto una breve proroga per approfondire la lettura delle carte.

image

Di certo in aula sarà battaglia sull’interpretazione dei reperti analizzati da Susi Pelotti, ordinario di medicina legale all’università di Bologna, e Carlo Previderè, genetista dell’università di Pavia, già consulente in inchieste delicate come quelle sulla strage di Erba e sull’omicidio di Yara Gambirasio.

Sotto la lente della polizia scientifica, attraverso l’esame del luminol, sono finiti oggetti e indumenti sequestrati dopo l’arresto di Cagnoni, avvenuto nella casa di famiglia a Firenze la notte del 19 settembre scorso, subito dopo il rinvenimento a Ravenna del cadavere della moglie nella villa disabitata di via padre Genocchi. Molto importanti i jeans del dermatologo, sui quali i periti hanno trovato due cose: macchie di sangue ritenute compatibili con quello della moglie e soprattutto, in una tasca, un frammento di materiale imprecisato, pure con tracce di sangue umano.

Che cosa è quel frammento? Su questo aspetto Procura e difesa si daranno battaglia. Potrebbe trattarsi, infatti, di una scheggia del bastone usato per colpire la donna, ma l’avvocato di Cagnoni, Giovanni Trombini, offrirà un’altra interpretazione. Sangue di Giulia – o che comunque per i periti in base a un complicato calcolo probabilistico apparterrebbe a lei –, è stato inoltre rinvenuto sulle Timberland trovate ad asciugare sempre nella casa di Firenze. Scarpe che potrebbero appartenere al padre, il professor Mario Cagnoni, indagato per l’ipotesi di avere aiutato il figlio quel weekend a occultare il cadavere della nuora.

Queste tracce sono importanti, anche se sul Dna trovato dentro le Timberland i periti non si sbilanciano: se le indossava il figlio, Matteo, è stato lui a compiere il delitto; se le calzava il padre, di certo anche lui è stato nella villa di Ravenna. Anche su questo aspetto si preannunciano scintille.

Ancora. Sangue della donna è presente sui due cuscini che il dermatologo – si vede dalle immagini della videosorveglianza – estrae dal baule della sua Mercedes C220 poco prima che la polizia faccia irruzione nella villa toscana. Con questi cuscini, secondo la Procura, Cagnoni aveva tentato goffamente di pulire la scena. Altro sangue di Giulia è stato trovato sulla maniglia del vano portaoggetti del baule della stessa Mercedes, nonché su una torcia elettrica con la quale il presunto omicida potrebbe avere fatto luce nella villa di Ravenna.

Infine, sul bastone, l’arma del delitto, oltre che il sangue della donna è stato rinvenuto il Dna del marito. E proprio sull’impugnatura.