Omicidio di Ravenna, ferite sulla pelle del medico: "I graffi? Sono caduto"

L’ispezione su Cagnoni. Ora tocca al perito valutare quelle ferite

Matteo Cagnoni, accusato di aver ucciso la moglie Giulia Ballestri (Zani)

Matteo Cagnoni, accusato di aver ucciso la moglie Giulia Ballestri (Zani)

Ravenna, 25 settembre 2016 - "I graffi? Mentre scappavo sono finito tra i rovi e sono caduto". Il dottore non cede di un centimetro e continua nella sua strenua difesa. Il dermatologo Matteo Cagnoni è stato sottoposto a un vero e proprio screening cutaneo, l’altra mattina, nell’infermeria del carcere di Sollicciano. E l’esito non lascia dubbi: ha ferite e lesioni sul corpo. Per la Procura potrebbero essere un’altra prova che la moglie 39enne, Giulia Ballestri, trovata cadavere domenica scorsa, uccisa a colpi di bastone, potrebbe essersi difesa e avere lottato. L’indagato attribuisce quei segni al tentativo di fuga dalla polizia. Quello che giuridicamente si chiama accertamento tecnico irripetibile era stato ordinato dalla Procura di Ravenna ed affidato al medico legale Franco Tagliaro, lo stesso che mercoledì ha effettuato l’autopsia.

Tagliaro doveva accertare se il dermatologo accusato di omicidio, occultamento di cadavere e violenza sessuale, avesse addosso delle lesioni da difesa. Provocate dalla disperata reazione della moglie Giulia Ballestri forse all’inizio delle fasi dell’omicidio. Probabilmente nei pressi di uno dei quadri che sarebbe stato utilizzato come esca dal 51enne per attirare nella trappola mortale la sua vittima. Questo secondo una prima ricostruzione della polizia scientifica ravennate. Il medico legale dunque, nel corso della visita, ha trovato numerose ferite, poco più profonde di graffi in diverse parti del corpo del detenuto. Per il legale di Cagnoni, l’avvocato Giovanni Trombini, del Foro di Bologna, queste lesioni "sono compatibili con i graffi che il mio assistito ha detto di essersi procurato nel corso della tentata fuga dalla sua casa di Firenze". "Lesioni – aggiunge l’avvocato –, che gli stessi poliziotti che l’hanno successivamente bloccato, hanno certificato nel loro verbale addirittura con fotografie".

Gli agenti  in quella circostanza chiesero a Matteo Cagnoni se voleva essere accompagnato in ospedale per le cure del caso e lui rispose che ‘era un medico e che se le sarebbe curate da solo. E che comunque erano poco più che semplici graffi’. Il perito dovrà comunque cercare di valutare, se possibile, se queste lesioni siano tutte riferibili alla fuga tra i rovi di pochi minuti prima o se qualcuna di queste non fosse meno recente. Nella stessa circostanza il dermatologo è stato sottoposto a prelievo di capelli e di peli pubici per eventuali raffronti medico legali che potrebbero essere eseguiti in seguito nel corso delle indagini preliminari. Per quanto riguarda i peli pubici questi serviranno come riscontro all’ipotesi di violenza sessuale mossa dal pm Cristina D’Aniello. Difficile dimostrare l’abuso, dato che il medico potrebbe raccontare di avere avuto un rapporto al mattino. Forse le ha tolto i vestiti in segno di spregio, oppure per eliminare tracce di contatto con la donna. Gli abiti, infatti, non sono stati trovati. Ma nel lasciare la villa all’assassino è caduta una scarpa della signora. 

E il reggiseno, unico indumento che indossava, perché era sollevato? Forse una conseguenza del trascinamento del corpo giù dalle scale. Un’ipotesi, nell’attesa che l’analisi dei prelievi effettuati durante l’autopsia sciolga ogni dubbio al riguardo.