"Schifosi posteggiatori abusivi". Poliziotta nella bufera a Ravenna

L'agente si sfoga pesantemente su Internet sulla gestione di piazza Baracca

Ravenna, poliziotta nella bufera per un commento sui posteggiatori abusivi (Foto Zani)

Ravenna, poliziotta nella bufera per un commento sui posteggiatori abusivi (Foto Zani)

Ravenna, 11 agosto 2016 - Un post capace in poche ore di raccogliere ben 571 ‘mi piace’. E in grado poi di propagarsi esponenzialmente sul Web grazie al meccanismo della condivisione.

Il nucleo del ragionamento, proposto in maniera più che colorita, verte sull’ostinata presenza dei parcheggiatori abusivi stranieri su piazza Baracca. «Il solito schifoso parcheggiatore», lo definisce l’autrice del messaggio, attribuendogli una capacità di eloquio pari a quella di un portatore di safari nei film comici degli anni ’80. Una questione che sarebbe rimasta circoscritta alla Rete se non fosse stato che chi ha messo tutto nero su bianco, per sua stessa ammissione è una poliziotta: un’agente in servizio alle Volanti che da ieri risulta in ferie.

Ancora una volta è stata la Rete a raccontare che verso le 9 di ieri la donna è stata ricevuta dal questore. Ignoriamo il contenuto del loro colloquio, ma è chiaro che sulla questione, come di prassi, è stato aperto un procedimento disciplinare al termine del quale la poliziotta in questione rischia provvedimenti seri. Che potrebbero andare dalla destinazione ad altro incarico fino alla sospensione dell’arma, nel caso si valuti che le frasi non rispecchino quella serenità necessaria a chi fa questo tipo di lavoro.

Una questione molto delicata nel suo complesso che ha un inizio preciso: le 18 di martedì scorso. Perché è a quell’ora che su profilo Facebook di ‘Ravenna Sicura’ viene postato il messaggio della donna, ieri rimosso (non dai moderatori del gruppo, ma da Facebook, pare).

Parte così: «Senso di inutilità e impotenza». La ragione – spiega – è questa: «Poco fa mi sono sentita inutile come cittadina e anche come poliziotta. Piazza Baracca: tento di parcheggiare la mia auto privata e mi trovo (scritto in maiuscolo, ndr) ‘il solito schifoso parcheggiatore’ abusivo dietro il culo della macchina a volere dirigere le mie manovre». Il dialogo che ne segue – sempre secondo il post – è questo: «Ti togli dal cavolo e mi fai parcheggiare???!?».

«Risposta – annota lei imitando la cadenza dello straniero –: ‘Berghè? Io sdo guì dobe mi bare». Lei perde la pazienza: «Mi parte l’embolo perché mi conosce bene anche perché verso mezzogiorno, mentre ero in servizio, proprio qui in piazza Baracca, ho cercato di mandarli via perché facevano i prepotenti con tutti e ridevano in faccia a me e al mio collega».

«Bene caro cioccolatino – continua il post –, anche se è tutt’altro ciò che penso, allora chiamerò i miei colleghi e vediamo se non ti togli!». La risposta che la donna attribuisce allo straniero è questa: «Ghiama ghi di bare gogliona dando non bi fade ghiente». A questo punto, l’agente ha già ben presente che rischia provvedimenti tanto che continua in questo modo: «Io probabilmente verrò richiamata perché un poliziotto non può mai permettersi di dire che ne ha le palle piene di sti cialtroni».

E ancora: «(...) questi puzzoni mantenuti a cui tutto è permesso dalla nostra amministrazione comunale». L’ultimo chiarimento è culturale: «Sono diventata Razzista non per il colore della pelle ma per la ‘razza’ di esseri str(...) e maleducati che sono quel gruppo lì, uniti ai loro cugini dei carrelli e ai finti profughi in piazza San Francesco».

m.p.