Truffe a 16 sacerdoti tra cui il segretario del cardinal Ersilio Tonini, tre condanne

Nel mirino preti tra Emilia Romagna e Veneto

SACERDOTE Truffe o tentate truffe a 16 preti: tre condanne

SACERDOTE Truffe o tentate truffe a 16 preti: tre condanne

Ravenna, 24 febbraio 2017 - Un’associazione per delinquere che si era specializzata in truffe con un bersaglio ben preciso: i sacerdoti, tanto che sono almeno 16 quelli presi di mira tra Emilia Romagna e Veneto. E’ l’imputazione che ha portato alla condanna a pene tra i due anni e mezzo e i sette anni e mezzo di carcere di tre ferraresi di 44, 45 e 46 anni i quali, secondo le indagini dei carabinieri del nucleo Investigativo, si erano dati compiti ben precisi. Il collegio penale del Tribunale ha inoltre condannato i tre a risarcire l’allora segretario del defunto cardinale Ersilio Tonini, un monsignore di 79 anni, con 430 mila euro. E un altro sacerdote questa volta del Veneto, come il primo in parte civile, con 12 mila euro. Tra i don presi di mira, figurano anche il vescovo e l’allora tesoriere della Curia ravennate (ora defunto) i quali però non erano cascati nel tranello.

Gli abbocchi per le truffe, andati avanti fino al maggio 2013, erano partiti nell’ottobre 2011 quando l’ex segretario di Tonini era stato contattato da un sedicente maresciallo dell’Arma e da un altrettanto sedicente ufficiale giudiziario che gli avevano assicurato di avere recuperato 37 mila euro sottratti anni prima al cardinale sempre in occasione di una truffa. A sentir loro, i soldi si trovano su un preciso conto: per riaverli, bastava versare tramite vaglia postale gli oneri fiscali. E’ così che il monsignore ravennate era arrivato pure a indebitarsi finendo con il versare in pochi mesi quasi 389 mila euro (ora è in amministrazione di sostegno) e allo scopo attingendo pure dalla cassa della sua parrocchia (di recente è stato condannato per appropriazione indebita).

In occasione di altre truffe, i sospettati secondo l’accusa si erano documentati molto bene su taluni fedeli morti di recente: quindi, spacciandosi per loro familiari, avevano contattato il sacerdote della parrocchia di riferimento riferendo di un lascito caritatevole del devoto per ottenere il quale bisognava solo versare gli oneri fiscali. E’ chiaro che il recupero dei risarcimenti sarà tutt’altro che semplice.