Ravenna, i baby rapinatori di Marina si vantavano delle botte date

Le testimonianze choc sulla rapina in strada a Marina di Ravenna

Baby rapinatori in azione

Baby rapinatori in azione

Marina di Ravenna (Ravenna), 16 ottobre 2017 - C’era chi tra di loro era «chiaramente ubriaco» e «particolarmente agitato». Una «evidente alterazione psicofisica dovuta all’abuso di alcol» e forse «anche di droga». Del resto nello zainetto di uno dei due ragazzi bloccati subito dopo il fatto, oltre a un coltello multiuso, c’era una bottiglia di liquore scolata già per metà. Cinque in totale, tutti giovanissimi e di Massa Lombarda, anche se di origine marocchina, «noti per essere aggressivi».

Lo spaccato che esce dalle testimonianze capaci fin qui di proiettarli quasi tutti in carcere per la cruenta rapina messa a segno per strada a Marina di Ravenna ai danni di due 24enni di Dozza nella notte tra il 26 e 27 agosto scorso, è quello di una banda «dai modi brutali e dalla spiccata inclinazione violenta, accentuata dall’abuso d’alcol», per usare per le parole con cui il gip Piervittorio Farinella ha descritto i cinque nell’ordinanza che venerdì scorso ha portato in carcere altri due del gruppo.

«Si vantavano di quello che avevano fatto – avevano raccontato ai carabinieri i testimoni che quella notte li videro entrare in azione contro i due 24enni –. Lo fanno senza alcun apparente motivo, lo fanno per sfizio, per divertimento e non è la prima volta che si rendono protagonisti di tali episodi; credo che ciò sia accaduto almeno in sette circostanze solo quella sera». Erano stati loro stessi a dire che «si erano resi protagonisti quella sera di altre sette aggressioni a ragazzi».

Addirittura uno nel gruppo «aveva un coltello a farfalla» e a un certo punto aveva detto che i due 24enni «sono stati fortunati che non l’ho tirato fuori»; ma un po’ «tutti si vantavano delle ferite riportate nel corso delle aggressioni». C’era chi «diceva di sentire male a un piede perché aveva preso a calci un ragazzo». E chi «aveva la mano dolorante sempre a causa di aggressioni».

In generale «si vantavano di avere pestato solo quella sera svariate persone, di cui uno dicevano di averlo picchiato selvaggiamente».

Sempre dalle testimonianze raccolte nell’ordinanza del gip, si fa largo un inquietante episodio di quella stessa notte partito da una scaramuccia in strada con alcuni giovani in auto: «I marocchini avevano tirato fuori dalla vettura uno di quei soggetti, incominciando a prenderlo a schiaffi». E sempre uno dei marocchini «in quei frangenti aveva in mano una bottiglia di birra che stava quasi per spaccarla in faccia al ragazzo che avevano trascinato fuori dalla macchina. Ma gli altri della vettura scesero per difenderlo e fortunatamente la cosa finì lì».

L’ultima immagine del gruppo è quella offerta da un testimone che quella notte, mentre camminava per strada, faceva questo: «Mi voltavo continuamente indietro richiamato dalle urla dei passanti che venivano presi di mira di volta in volta». Perché i cinque «bloccavano tutta la carreggiata stradale in entrambi i sensi, e chi voleva passare doveva pagare ‘dazio’». Vedi appunto i due 24enni.

Tra i testimoni, c’è anche chi ha parlato di un presunto sistema di furti nelle feste al mare. «Funziona in questo modo: quelli più piccoli» del gruppo «provvedono ad asportare i beni, poi dati» a uno più grande «che provvede alla ricettazione». Quindi «gli oggetti vengono nascosti da alcune loro amiche nel reggiseno». Va però precisato che tutto ciò non viene contestato tra le accuse formali.