Il braccio robotico in azione
Ravenna, 30 novembre 2016 - Mosaici, filmati, volantini, disegni, colori. E un robot. Ieri, sotto le antiche capriate in legno dell’ex Magazzino dello Zolfo, all’Almagià, c’erano le scuole di Ravenna a presentarsi nella Giornata Nazionale della Scuola promossa dal Liceo Alighieri e dall’Istituto Comprensivo San Biagio. Ciascuna mettendo in campo eccellenze, specificità, progetti. E fra i progetti spiccava un piccolo robot, una sorta di braccio meccanico costruito dalla v ae della elettrica dell’Olivetti-Callegari di Ravenna.
«Ci siamo ispirati a un braccio robotico già esistente – spiega il professor Gennaro Buccino che ha accompagnato gli studenti nella realizzazione del progetto – e poi abbiamo programmato i movimenti attraverso uno schema Ladder, utilizzando poi un controllore a logica programmabile». In soldoni il braccio meccanico può essere comandato sia dal pc, in automatico, che da un operatore. Può sollevare oggetti, muovere scatole o utensili. Insomma è uno di quegli aggeggi che, nelle fabbriche automatizzate, alleviano il lavoro degli operai o velocizzano le fasi delle catene di montaggio. «Lo abbiamo realizzato in un anno, durante le lezioni di ‘Tecnologie e tecniche di installazione e manutenzione’ e durante i laboratori tecnologici e le esercitazioni», puntualizza il professor Buccino.
«Questo braccio meccanico è un prototipo che potrà essere sviluppato – chiarisce la preside Patrizia Ravagli –; ma soprattutto è un esempio eccellente di cosa gli studenti, che sceglieranno l’istituto Callegari, potranno realizzare. Gli istituti tecnici non devono essere una ‘seconda scelta’. Offrono buone possibilità di lavoro e un’alta specializzazione se si opta per il quinquennio. Un lavoro in breve tempo se si sceglie la qualifica professionale dopo il triennio».
Mentre allievi delle medie e i loro genitori partecipavano all’open day, durato tutta la giornata, i ragazzi della V AE manovravano il piccolo robot. Il braccio meccanico, collegato a decine e decine di fili colorati al computer, sollevava una scatola rossa. E l’Almagià, sotto lo sguardo degli alunni delle medie e dei ragazzi del Calegari, diventava un vero e proprio laboratorio. E una porta aperta sul futuro.