Saldi fasulli, "I nomi dei negozi vanno detti"

Il presidente del sindacato abbigliamento di Confcommercio Ravenna parla dopo le multe della Finanza a tre negozi che ‘gonfiavano’ i prezzi

COMMERCIANTE Roberto Montanari nel suo negozio in centro

COMMERCIANTE Roberto Montanari nel suo negozio in centro

Ravenna, 22 gennaio 2017 - Roberto Montanari, titolare del negozio di abbigliamento Scooter in via Cavour, è anche il presidente del sindacato abbigliamento di Confcommercio Ravenna.

Montanari, quello che è accaduto nei giorni scorsi è grave.

«Noi condanniamo l’accaduto e ci chiamiamo fuori. E siamo amareggiati perché il comportamento di pochi rischia di gettare un’ombra su tutte le attività del centro. Anche in un momento non facile come quello che stiamo vivendo».

Avreste preferito che saltasse fuori il nome delle attività?

«Noi auspichiamo che si riesca a trovare un sistema grazie al quale i nomi di quelle attività che sbagliano vengano divulgati. Non è la prima volta che capitano fatti di questo genere. In passato ci fu l’episodio dei piumini con le firme falsificate».

Il comportamento della clientela è cambiato?

«I nostri clienti abituali sono tranquilli, ci conoscono. Però c’è anche tanta clientela di passaggio e ci si rende conto che ha un comportamento più attento, controlla bene i cartellini, chiede se lo sconto è proprio quello. Insomma un clima un po’ più sospettoso si nota».

Il fatto di aver vietato i cartelli degli sconti prima dell’inizio ufficiale dei saldi è stato positivo o negativo?

«Non ha cambiato di molto la situazione e, allo stesso tempo, ha messo ordine lì dove prima c’era una gran confusione. Poi chi voleva i saldi li ha fatti sui social, dove era consentito. Regolamentare il periodo dei saldi è stato comunque un gesto di correttezza anche nei confronti della clientela e del resto volevamo farlo da tanto».