Ravenna, sassi dal cavalcavia dell'Esp, "non riconosciamo quei due"

Nel confronto all’americana svaniscono le certezze sui due indagati. Intanto uno è stato espulso da Ravenna e all’altro è stato revocato il permesso

Sassi contro le auto (Foto di repertorio Mds)

Sassi contro le auto (Foto di repertorio Mds)

Ravenna, 21 febbraio 2018 - «Non siamo in grado di riconoscerli». Una versione che stride con quanto avevano dichiarato subito dopo ai carabinieri, ai quali riferirono che a lanciare sassi dal cavalcavia dell’Esp contro la loro Bmw in transito erano stati loro – Mohamet Gueye, 19enne italiano originario del Senegal, e Alpha Diallo Mamadou, 24enne della Guinea –, e questo «senza alcun dubbio, per conformazione fisica e per abbigliamento», concetto ripetuto anche dopo l’incontro in caserma con quei due giovani di colore. Eppure ieri, in incidente probatorio con riconoscimento all’americana, le certezze della coppia di fidanzati bolognesi che domenica 28 gennaio avevano denunciato l’episodio poi sfociato in due arresti per tentato omicidio sono venute meno. 

Davanti al giudice Janos Barlotti hanno riferito che avevano visto i due solo uscendo dalla caserma, quando ovviamente il verbale che dava atto del riconoscimento – da loro firmato – era stato redatto prima. E ad ogni modo ieri non sono stati in grado di riconoscere i due indagati durante il confronto in cui, alternati e protetti da un vetro, erano chiamati a individuare i responsabili tra altre due persone di aspetto fisico simile. A questo punto l’accusa di tentato omicidio a carico dei due indagati sembra destinata a decadere, gli atti sono tornati al Pm che potrebbe valutare di proseguire l’indagine contro ignoti. Lo stesso giudice, che già aveva scarcerato i due sospettati, aveva espresso perplessità, rilevando l’anomalia di due giovani che di giorno compiano un’attività così scellerata senza nemmeno premurarsi di scappare. Inizialmente, inoltre, non si capiva se il tiro al bersaglio fosse stato fatto con sassi o altro, dato che nulla era stato recuperato sull’Adriatica. Ieri il conducente ha precisato che a colpire il parabrezza fu come un pugno di ghiaino.

I due presunti responsabili avevano negato l’accaduto, riferendo che stavano semplicemente camminando sul marciapiede del cavalcavia diretti al centro commerciale. Sebbene scarcerati, l’episodio ha già prodotto conseguenze, oltre al linciaggio mediatico prodotto dai social. Mohamet Gueye – tutelato dall’avvocato Andrea Maestri –, in possesso di permesso di soggiorno umanitario, in seguito a questo fatto è stato espulso dalla comunità ravennate che lo avrebbe avviato all’inserimento nel progetto Sprar per rifugiati. Studente di un istituto professionale, era arrivato in Italia ancora minorenne e giocava in una squadra di calcio locale. E ad Alpha Diallo Mamadou – difeso dagli avvocati Nicola Laghi e Guido Pirazzoli –, lavoratore stagionale a Milano Marittima, dopo l’arresto la questura ha notificato il preavviso di revoca del permesso di soggiorno