Assegni falsi per ferie da sogno, famiglia condannata

Prima la Spagna e poi l’Egitto. Tra i beni truffati anche auto e mobili

Assegni protestati per pacchetti viaggio in Spagna ed Egitto

Assegni protestati per pacchetti viaggio in Spagna ed Egitto

Ravenna, 8 settembre 2016 - C'è chi farebbe carte false per potere andare in vacanza in un posto da sogno. Alla lettera, almeno per quanto riguarda una famiglia condannata proprio per avere pagato con assegni protestati due pacchetti viaggio in località da favola. Il primo per tre persone – padre, madre e figlio – a Lloret de Mar, in Spagna, per un totale di oltre 2.000 euro. E l’altro a Sharm el-Sheikh, in Egitto, per sei persone (loro più alcuni amici) per un totale di ben 6.000 euro.

Un periodo davvero gioioso quello della famiglia in questione – due quarantenni di origine napoletana da tempo residenti a Ravenna – citata a giudizio per truffa e falso non solo per per quei viaggi acquistati (e mai pagati) da un’agenzia ravennate, ma anche per autovetture negoziate con assegni mai autorizzati dalle banche. Siamo nel periodo che va dall’estate 2011 alla primavera 2012, e nella lista stilata dall’accusa figurano una Bmw da 16.500 euro e una Toyota Yaris da 15.000 euro.

In totale il decreto di citazione vede 17 differenti contestazioni distribuite su sette persone difese dagli avvocati Saverio Caruccio, Francesca Miccoli e Monia Socci. Perché oltre ai due coniugi, nell’elenco figurano anche il figlio (la cui posizione è stata però stralciata) e quattro amici di famiglia, tutti di Ravenna. Tra di loro c’è chi – secondo l’accusa – aveva contraffatto una patente di guida apponendovi la foto di un’altra persona per potere con quel documento fabbricato ad arte presentarsi in concessionaria e comperare l’agognata Bmw.

E chi, sempre forte di quello stesso documento e di un assegno compilato con falsa identità, era riuscito a portarsi a casa un divano da più di 4.300 euro. Tecnica analoga aveva permesso di mettere le mani pure su mobili per un valore totale di circa 5.500 euro. Tra gli acquisti fatti con tecnica fotocopia, compaiono anche occhiali da 310 euro, materiale edile e perfino una copertura assicurativa per auto.

In totale per questa girandola di beni, assegni e false identità, sono state cinque le condanne pronunciate dal giudice Beatrice Bernabei: si va da sei ai dieci mesi di reclusione, con multe tra i 200 e i 950 euro. E per quanto riguarda i viaggi in località da favola, per la famiglia in questione – invischiata anche in altre grane giudiziarie – restano solo un lontano ricordo.