Faenza (Ravenna), 18 ottobre 2011 - UNA GRANDE statua in bronzo dorato raffigurante Kuvura, una delle quattro divinità celesti del buddismo, dà il benvenuto ai visitatori della sezione Estremo Oriente del Museo Internazionale delle Ceramiche. Una sezione con oltre 400 pezzi di ceramiche, terra gli e porcellane provenienti in prevalenza da Cina e Giappone, ma anche da Tibet e sud est asiatico, che sarà inaugurata sabato alle 18. Il taglio del nastro sarà preceduto alle 17 da una conferenza de tenuta dai curatori dell’allestimento Roberto Ciarla del Museo Nazionale di Arte Orientale , ‘Giuseppe Tucci’, Fiorella Rispoli dell’istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e Chiara Molinari, giovane studiosa che collabora con il Mic.

Le opere esposte offrono una panoramica abbastanza completa della storia della ceramica in Estremo Oriente, in particolare di Cina, la patria della porcellana e Giappone, ma non mancano a questa collezione alcune ceramiche provenienti dal Tibet, Taiwan, Vietnam e Thailandia. I pezzi più antichi coprono un periodo compreso fra il primo secolo a.C. e il VII e l’VIII secolo d.C., ma la maggior parte delle ceramiche e porcellane risale al XVIII secolo, quando in Europa furoreggiava la moda delle ‘cineserie’.

I pezzi esposti sono frutto per lo più delle donazioni fatte al Museo nel Novecento da grandi collezionisti privati. «Le ceramiche esposte sono state selezionate fra le moltissime dell’Estremo Oriente raccolte nei depositi del Mic — ha spiegato la direttrice Claudia Casali — ma molte hanno subito i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. I nostri restauratori partendo dalle fotografie delle esposizioni hanno recuperato i pezzi e li hanno ricomposti, proprio come un puzzle. La statuetta bianca che ritrae una divinità cinese, esposta all’entrata della sezione era in quaranta pezzi».

«IN ORIGINE questa collezione non era destinata a questo spazio al pianterreno — ha aggiunto — ma poi abbiamo ritenuto logico mantenere al pianterreno tutte le sezioni dedicate alle grandi civiltà, e lascia collocato qui, dove già abbiamo le ceramiche precolombiane, islamiche e delle civiltà antiche , anche quelle dell’Estremo Oriente». Esposte le ceramiche della ‘via della porcellana’ provenienti dai forni di Jingdezhen, primo centro manifatturiero dell’Asia, fra cui i famosi piatti bianchi e blu, ma anche i piatti bianchi e blu prodotti nei forni di Arita in Giappone e e ancora le ceramiche Imari sempre prodotte a Arita e poi alcune ceramiche prodotte in Cina per la corte del re del Siam, Thailandia. L’esposizione è corredata da cartelli, in italiano e inglese, che accompagnano il visitatore lungo la ’ via della porcellana’ Alla nuova sezione hanno contribuito Fondazione Banca del Monte Cassa di Risparmio Faenza e Banca di Romagna.