Ravenna Festival, Gerard Depardieu per il battesimo parigino

Ospite illustre alla presentazione francese. Il maestro Muti: "La musica supera le barriere"

Gerard Depardieu, il direttore dell’Istituto di Cultura Fabio Gambaro e il maestro Riccardo Muti  (Foto di Todd Rosenberg)

Gerard Depardieu, il direttore dell’Istituto di Cultura Fabio Gambaro e il maestro Riccardo Muti (Foto di Todd Rosenberg)

Parigi, 14 gennaio 2017 - «Il Ravenna Festival è diventato uno dei più importanti appuntamenti culturali italiani» ha dichiarato orgoglioso Riccardo Muti, ospite d’onore alla presentazione della 28esima edizione del Festival che si è svolta ieri all’Istituto italiano di Cultura di Parigi. Del Ravenna Festival fa parte anche l’evento battezzato ‘Le vie dell’amicizia’: ogni anno Muti tiene un concerto in una città colpita dalla guerra o da un significato storico preciso.

«Riuniamo musicisti del luogo con i nostri – spiega il maestro – . Cominciai nel 1997 con Sarajevo che era distrutta. Ma la prima cosa che vollero fare lì fu ricostruire un luogo per la musica. Quando arrivammo dall’Italia, i musicisti non avevano neanche gli strumenti: non si conoscevano con i nostri, avevano culture e religioni diverse. Eppure nel momento in cui si sono messi seduti vicini, hanno vissuto la stessa emozione. Un miracolo, quello della musica che supera le barriere costruite, a volte, dalle parole. I musicisti non fanno politica ma forse in questo modo noi ne facciamo una più ‘alta’: che forse può portare più risultati delle parole». La città prescelta dalle ‘Vie dell’amicizia’ per il 2017 è Teheran.

Presenti l’ambasciatore d’Italia Magliano, il direttore dell’Istituto di Cultura Gambaro, il sovrintendente De Rosa e i direttori artistici del Festival Masotti e Nicastro e Gérard Depardieu, che è stato ospite in passato del Festival. Il festival si svolgerà dal 25 maggio all’11 luglio.

«Voglio precisare che con tutto quello che il Festival di Ravenna fa, io non c’entro niente. Sono un ospite – dice Muti –. Quindi il merito o il demerito va ai signori presenti e a mia moglie che non è qui. Spesso si dice che questo è il Festival di Muti ed è un errore». Ha parole di ottimismo per la cultura italiana: «È in progresso. Trovo che il ministro Franceschini stia facendo molto in questo senso».

Franco Masotti, uno dei direttori artistici del Festival con Angelo Nicastro, ha spiegato i temi di quest’anno: «Ogni volta scegliamo un argomento da trattare. Stavolta ce ne sono tre: 100 anni da una rivoluzione che ha cambiato il mondo, quella russa; Dante Alighieri, un tema che ci segue dall’inizio del Festival, con una messa in scena dell’Inferno; l’India, che celebra i 70 anni dell’indipendenza».