Da Ravenna 2019 a Ravenna 2016

Andrea Degidi

Andrea Degidi

Ravenna, 27 ottobre 2014 - Esiste un prima e un dopo Ravenna 2019, uno spartiacque tracciato dalla sassata di Matera. Il dopo Ravenna 2019 assomiglia tanto a una campagna elettorale lanciata nell’istante successivo al verdetto-epitaffio pronunciato dal ministro Franceschini. La sconfitta romana, oppure chiamiamola mancata vittoria, ha di fatto un po’ sparigliato le carte in casa Pd. L’investitura di Cassani a sindaco ora non è più totale, adesso per la corsa a Palazzo Merlato si ricomincia da zero a zero: nessuna gerarchia prestabilita, niente pole position, ma una competizione interna più aperta, almeno si spera.

E sarà un caso, ma le parole dell’assessore Corsini hanno le sembianze di un segnale, come a dire: io ci sono, per Ravenna o magari per la Regione. La volata è lanciata: sarà uno sprint lunghissimo, oscuro, dove fra sorrisi e pacche sulle spalle le amichevoli sgomitate non mancheranno. Perché se da una parte molti movimenti sullo scacchiere sono già studiati e decisi a tavolino, in realtà la partita è ancora tutta da giocare perché dipende da quello che otterrà il Pd a fine novembre nel tombolone delle elezioni regionali.  Da Ravenna 2019 a Ravenna 2016: i giochi sono aperti.