Santa Teresa, don Pasini si dimette

L’addio dopo l’inchiesta della Procura che vede indagati per truffa l’ormai ex direttore e il coordinatore amministrativo di Lorenzo Priviato

Don Paolo Pasini (Foto Corelli)

Don Paolo Pasini (Foto Corelli)

Ravenna, 25 luglio 2014 - "Non commento", e butta giù il telefono. Una, due volte. Appare seccato, don Paolo Pasini. Diverso approccio rispetto a quello del sacerdote che l’ultima volta aveva accettato di raccontare con serenità quanto stava accadendo all’interno dell’opera Santa Teresa, l’inchiesta per truffa ai danni di un anziano che ha portato la Procura a indagare il direttore, don Pasini appunto, e il coordinatore amministrativo, Lorenzo Selmi: un laico che arrivò da Modena con l’ex vescovo Verrucchi. Don Paolo — con l’onestà che si chiede a un uomo di fede — aveva ammesso che c’erano stati errori.

Truffe mai, un’accusa troppo grande. I tanti attestati di stima non sono bastati. Ma la decisione, forse anticipata già durante il consiglio di amministrazione di martedì scorso, era nell’aria. Il religioso si è dimesso dalla carica di direttore che ricopriva dal 2010. L’omelia del vescovo Lorenzo Ghizzoni, durante la messa nel giorno di Sant’Apollinare, l’aveva fatto intuire. In un lungo discorso quasi interamente dedicato a Santa Teresa, pur ringraziando don Paolo Pasini, elogiandone la «grande passione, la serietà e la lealtà», Ghizzoni aveva parlato della necessità di compiere «un salto di qualità nell’ordinamento delle persone, dei compiti, dei servizi e nei rapporti con le realtà esterne». E pregato il santo patrono al fine di un «intervento speciale», quello di aiutare la Chiesa a «prendere per mano l’Opera Santa Teresa, per ripartire con lo stesso spirito e la carità che animò il fondatore don Angelo Lolli».

‘Ripartire’ è la parola chiave nell’omelia dell’arcivescovo. Non si sa se le dimissioni di don Pasini siano del tutto volontarie o in parte accompagnate. Di certo monsignor Ghizzoni, che già aveva dovuto affrontare lo scandalo don Desio — il sacerdote di Casal Borsetti accusato di atti sessuali su minori — ora è più che mai deciso a voltare pagina. Come? Intanto separando in maniera netta l’aspetto spirituale del cottolengo più amato dai ravennati da quello amministrativo. Religione da una parte, gestione dei patrimoni dall’altra. Non si tratta solo di trovare un nuovo direttore, ma di cambiare radicalmente impostazione. Proprio un problema di natura patrimoniale ha innescato l’indagine dei carabinieri, coordinata dal procuratore capo Alessandro Mancini, che ha visto finire sul registro degli indagati direttore e amministratore dell’opera pia.

Nel mirino è finita un’operazione immobiliare non andata a buon fine, quella di un edificio comprato con i soldi — 150mila euro — di un assistito. Santa Teresa aveva chiesto al giudice tutelare di poter compiere l’investimento, ma questi a un certo punto lo ha stoppato, ravvisando anomalie. Una situazione che ha creato forte imbarazzo e dispiacere negli ambienti della chiesa. E che ha suggerito allo stimato direttore, dopo un breve periodo di riflessione, l’opportunità di cedere il testimone.

Lorenzo Priviato