Il sogno di tre ragazzi diventato realtà grazie ai droni

Da 300 euro a un milione e mezzo di capitale sociale: la società di Fornace Zarattini ha spiccato il volo

L’IDEA VINCENTE I tre giovani che hanno dato vita a Italdron

L’IDEA VINCENTE I tre giovani che hanno dato vita a Italdron

Ravenna, 29 novembre 2015 - TOMMI il commerciale, Lucio il designer, Ste l’informatico. Tre amici con un’idea in testa. Sono gli ideatori di ‘Italdron’, azienda che produce, progetta e commercializza droni per l’acquisizione di dati e immagini aeree. Detta così, può sembrare una realtà economica come tante altre che cavalcano il mondo della tecnologia e invece dentro la loro sede a Fornace Zarattini hanno dato vita a un marchio leader in Italia e all’avanguardia in Europa. Tanto che il loro capitale sociale, in soli tre anni, è passato da 300 euro a un fatturato che nel 2015 si chiuderà a 1,5 milioni di euro, dando occupazione a 20 persone. E questo in anni dove la crisi non ha concesso grandi spazi agli imprenditori.

«TUTTO è nato nel 2008 – racconta Tommaso Solfrini, che è la mente commerciale del trio –, quando abbiamo capito che non volevamo più lavorare con gli elicotteri radiocomandati». Sette anni fa, infatti, i droni non erano nemmeno agli albori di quello che sarebbero diventati oggi. «All’inizio era difficile, soprattutto dal punto di vista dei finanziamenti. In banca ci consigliarono di aprire un bar». Col senno di poi, una valutazione del tutto errata. Ma i tre, due ravennati doc e Stefano Russi invece di Fano, non hanno mollato. «Inizialmente – prosegue sempre Tommaso – abbiamo preso in mano l’opportunità del turismo che il nostro territorio concede. E avendo molti amici con dei bagni al mare abbiamo iniziato a sviluppare riprese dall’alto. In un anno abbiamo fatto circa 80 video».

MA È NEL 2012 che è arrivato il boom e la nascita della società Italdron. ‘Scrabble’, il nome di uno dei droni, in una ripresa effettuata nelle zone terremotate riuscì a immortalare uno ‘sciacallo’ che si aggirava tra le rovine di San Felice sul Panaro. Lo scoop dell’occhio volante fece il giro del mondo e, in 5 giorni, al telefono dei tre soci arrivarono quasi mille richieste per avere un drone. «Non sapevamo come fare – ammette Stefano –, perché non avevamo una linea di produzione». Oggi la società è invece una realtà solida e in crescita, con un pacchetto clienti di tutto rispetto, tra cui Enel e Telecom, per le quali effettuano ispezioni aeree. Ma anche 6 centri di ricerche in Italia, diverse università, oltre a collaborazione con le forze dell’ordine. Per non parlare poi dell’estero, vero business del drone tutto ravennate.

«Siamo stati in Cina – spiega il gruppo – e abbiamo rapporti commerciali con la Spagna, la Romania e persino un cliente in Florida che ci aiuta a sviluppare il progetto in America. Il nostro prodotto si rivolge a professionisti come ingegneri, topografi, agronomi, ma anche fotografi e video maker». In Italia, in particolare, i rilievi effettuati sulla diga di Ridracoli hanno permesso a Italdron la validazione in campo topografico. Ma il trio non vuole fermarsi qui e il 12 dicembre inaugureranno il loro primo negozio in Italia, a Ravenna in via Maggiore.