Ravenna, 14 maggio 2010 - Matricole in aumento, laureati che trovano lavoro nel 75-80% dei casi grazie al legame col mondo imprenditoriale, laboratori di ricerca e insediamenti nuovi per gli studenti.

E poi, alle porte, la candidatura a città europea della cultura 2019, che può allargare ancora lo spettro d’azione dell’Ateneo. Ravenna “negli ultimi dieci anni ha avuto un’attenzione crescente per l’università”, dice il sindaco Fabrizio Matteucci, che ieri ha accolto il rettore dell’Ateneo di Bologna, Ivano Dionigi, a Ravenna per l’inaugurazione dei nuovi uffici del Polo universitario. E il sindaco, nel promuovere “un matrimonio con l’Ateneo di Bologna, per promuovere la Ravenna dei nuovi talenti”, fa il punto della situazione dell’università ravennate.

 
Il numero delle matricole è aumentato anno dopo anno, fino a raggiungere per quello in corso il +22%: 1.200 matricole su 3.500 studenti iscritti a Ravenna. Un trend di crescita che è stato raggiunto “grazie alla condivisione degli obiettivi anche da parte di un corpo docente particolarmente impegnato a legare i corsi di laurea alle domande di qualificazione della realtà produttiva e delle nostre imprese”, aggiunge Matteucci. Tra gli esempi c’è il legame col porto di Giurisprudenza e Ingegneria, il restauro e il Parco di Classe con la collaborazione di Conservazione dei Beni Culturali, “che ci rappresenta negli scavi archeologici in tante parti del mondo”. E ancora, c’è il rapporto con l’ambiente e l’energia di Scienze Ambientali, con Infermieristica e Logopedia per la Facoltà di Medicina, con il mare e la difesa della costa per Scienze e Biologia Marina.
 

Per non dimenticare, poi, i laboratori di ricerca e sedi di studio, con borse di studio e premi di tesi (200 all’anno), finanziate direttamente dal sistema imprenditoriale, da Confindustria all’artigianato, dalle associazioni del commercio all’Eni, all’Enel, all’Autorità portuale. Alma Laurea, peraltro, vede i “nostri” laureati capaci di inserirsi nel mondo del lavoro con percentuali medie del 75-80%. Questi risultati rappresentano per Ravenna e tutta la Romagna “il prodotto più felice della scommessa che abbiamo fatto vent’anni fa e che abbiamo vinto tutti assieme: l’Ateneo di Bologna, Ravenna e la Romagna”, aggiunge Matteucci, che fa appello al rettore perché abbia “un’attenzione straordinaria, che io chiamerei di salvaguardia e di nuova fiducia”.


Si festeggia così l’inaugurazione della diciannovesima sede che Comune e Provincia hanno offerto all’Università, mentre “sono a buon punto i progetti che, finanziati dalla Regione, ci consentiranno di accrescere nel retro di Palazzo Guiccioli il numero degli appartamenti universitari e di nuovi servizi per gli studenti”, elenca il sindaco.

In Romagna vi è ormai un terzo di tutta l’Università, degli iscritti, dei laboratori, delle risorse acquisite all’esterno, delle sedi e degli immobili, dei servizi e dei posti letto, della città universitaria e dei posti di lavoro, delle docenze. E Ravenna non ha intenzione di fermarsi: “Vuole continuare ad investire sulla cultura, sulla società e sull’economia della conoscenza - conclude Matteucci - la candidatura a Capitale Europea della Cultura, il campo della ricerca e dell’innovazione tecnologica, il porto e il turismo”.