Ravenna, edilizia in crisi, sciopero il 18 dicembre

L'annuncio dei sindacati

Crisi nera per il comparto dell'edilizia

Crisi nera per il comparto dell'edilizia

Ravenna, 18 novembre 2017 - La situazione del comparto edile in provincia di Ravenna è drammatica e i sindacati annunciano lo sciopero del 18 dicembre. Ecco alcuni dati resi noti dai sindacati di categoria.

L’anno edile appena concluso (1 ottobre 2016 - 30 settembre 2017) registra 2.392 operai iscritti. Dal 2007 a oggi la diminuzione dei lavoratori edili attivi in provincia è stato di quasi 4 mila unità pari al 62,35 per cento, ma il dato più preoccupante è che si accentua il trend di calo rispetto all'anno precedente, infatti in un solo anno si sono persi 166 addetti pari al 6,5 per cento. Questi numeri sono confermati anche dal calo delle ore lavorate che da un anno all'altro è stato del 5 per cento. Quasi stabile invece il numero delle aziende edili della provincia con almeno un dipendente che passa da 495 a 479. Sono soprattutto le grandi aziende storiche del territorio, quelle con molti dipendenti, che hanno maggiori difficoltà. Le prime 10 aziende per numero di occupati passano da 658 a 551 addetti complessivi.

Le situazioni più emblematiche sono proprio nelle grandi aziende con la cancellazione da un anno altro di due di quelle che erano importanti realtà. La prima è la Galileo Pasini (32 dipendenti) messa in liquidazione dell'azienda a ottobre 2016. La seconda è Iter (68 dipendenti nell'anno edile 2015/16, ma oltre 400 negli anni indietro), proprio oggi scadono i 18 mesi di trattamento speciale edile a cui avevano diritto i lavoratori dell'Iter, licenziati il 18 maggio 2016, come previsto dal piano concordatario. Molti di loro non hanno ancora trovato una occupazione.

«A incidere profondamente in questo progressivo processo di indebolimento del tessuto produttivo locale – rilevano i sindacati – anche la presenza sempre più ‘ingombrante’ di aziende edili non radicate sul territorio che, in molti casi, hanno un approccio meno rigoroso al rispetto di tutte le norme e le prassi che regolano il mondo dell'edilizia. A ciò si vanno ad aggiungere le storture del mercato del lavoro causate da un uso spregiudicato delle norme. Si va dalla diffusione preoccupante del fenomeno delle ‘false partite Iva’, al ricorso massiccio ai voucher, fortunatamente vietato dalle ultime normative nel settore edile, che hanno reso incontrollato e incontrollabile un settore in cui da sempre il rispetto della legalità, della sicurezza e dei diritti dei lavoratori possono essere molto difficili da rivendicare».

In questo contesto, i sindacati del settore edile hanno presentato una piattaforma unica a tutte le controparti del settore con l’intento di addivenire a un unico contratto nazionale del settore delle costruzioni con richieste riguardano il salario, il diritto al lavoro, la regolarità delle imprese in termini di ore lavorate e denunciate in Cassa Edile, la lotta al lavoro nero e grigio, l’introduzione del contratto di cantiere: uno strumento utile a tutelare le condizioni di lavoro, la sicurezza e la formazione su rischi di tutti i lavoratori che sono presenti nel cantiere edile. Si chiede anche la creazione di un sistema sanitario integrativo che possa garantire parità di trattamento a tutti i lavoratori attraverso prestazioni minime uguali per tutti che possano essere integrate dalla contrattazione territoriale, il rafforzamento del sistema della previdenza complementare e la creazione di un fondo che consenta realmente di accompagnare i lavoratori più anziani alla pensione favorendo l’ingresso dei giovani. Nella situazione di crisi attuali è fondamentale ripensare il settore tutto rispetto alle costruzioni di domani, non più incentrate sulla costruzione di nuovo abitativo e/o industriale, ma incentrato sulla rigenerazione urbana, riqualificazione dal punto di vista energetico ambientale dell'esistente e messa in sicurezza dal punto di vista del rischio sismico per gli edifici e del territorio, più in generale, per rischio idrogeologico.

A fronte delle mancate risposte, forti del consenso riscontrato nelle assemblee già effettuate (una ventina nella provincia di Ravenna) è stata proclamata una giornata di sciopero nazionale per il 18 dicembre con 6 manifestazioni interregionali. Tutta l'Emilia Romagna parteciperà alla manifestazione convocata a Torino, con la presenza del segretario nazionale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi.