Elezioni 2015 Faenza, Malpezzi riconfermato sindaco con il 51,86% dei voti

Comunali. Grande rimonta dello sfidante Padovani rispetto al primo turno. Votanti sopra la media nazionale. Le reazioni Lo speciale elezioni 2015 LA FESTA

La festa per l'elezione di Malpezzi (a destra)

La festa per l'elezione di Malpezzi (a destra)

Faenza (Ravenna), 14 giugno 2015 - La quattordicesima notte lascia il posto all'alba quando le lancette ancora non hanno raggiunto l'una. A mezzanotte e mezza si chiudono con un sospiro di sollievo le due settimane più lunghe della storia del Pd faentino51,86% contro 48,14%: sono poco meno di novecento i voti di scarto che riconfermano Malpezzi sindaco di Faenza (affluenza in sostanziale tenuta: 54,67%). LE FOTO DELLA FESTA

Fibrillazioni in casa Pd all'arrivo dei primi dati dai seggi: via Medaglie d'oro consacra Padovani, così come via Filanda e molti seggi dell'area rurale. Ma la rimonta del candidato leghista (48,6% è il picco raggiunto verso la mezzanotte) si spegne quando rimangono solo dieci seggi da scrutinare.

E' quando il gap si assottiglia di più che nella sede del Pd la preoccupazione sale maggiormente. Sospiro di sollievo da parte di Manuela Rontini, in collegamento diretto con Maria Elena Boschi (preoccupata che Faenza potesse seguire la sorte della sua Arezzo, dove il Pd è stato sconfitto): «Inutile nascondere che quando il distacco si è ridotto a seicento voti abbiamo vissuto attimi di tensione. Ma i cittadini hanno premiato la nostra amministrazione».

E' Malpezzi a tenere il filo rosso con Matteo Renzi: «Gli ho scritto», ammette il sindaco. Faenza, forse la prima città renziana d'Italia, non turberà dunque i sogni del premier. «L'importante era vincere», spiega il sindaco. «Il 48% della Lega è sicuramente un segnale, ma non va enfatizzato. Padovani ha catalizzato su di sé i voti delle opposizioni». A nulla sono valse le indicazioni di voto delle principali liste (il candidato sindaco dei 5 Stelle aveva annunciato che avrebbe annullato la scheda, Edward Necki dell'Altra Faenza intendeva contrastare una eventuale vittoria della Lega).

«Hanno vinto la coesione sociale, la sostenibilità degli impegni presi in campagna elettorale», esulta il sindaco «lo avevo predetto: i conti tornano. Ora la priorità è creare lavoro». Onore delle armi al rivale leghista, ma fino ad un certo punto: «Padovani ha raccontato fandonie sull'Imu agricola. E' il governo a doverla abbassare, qualora lo ritenga necessario. Se lo facesse il Comune, bisognerebbe aumentare le tasse alle imprese. Non mi pare la soluzione».

E' il segretario provinciale Michele De Pascale a guardare con più preoccupazione al dato proveniente dalle aree rurali: «C'è grande disomogeneità tra i seggi. Dobbiamo pensare che l'Imu agricola abbia avuto il suo peso». Tema su cui il segretario comunale Roberto Pasi si rifugia in un no comment: «è presto per qualsiasi analisi».

Il 48% andato a Padovani desta la preoccupazione più evidente sul volto del presidente della provincia Claudio Casadio: «Triste vedere come una parte così significativa dell'elettorato moderato si sia schierata con la Lega». Più cauto il segretario regionale Paolo Calvano: «Non è un 48% dato alla Lega, ma un 48% contro il Pd. Questo deve farci riflettere, ma ricordiamoci che ovunque chi governa perde consensi». Matteo Renzi e Maria Elena Boschi hanno seguito con apprensione lo spoglio faentino. «E' normale. Faenza per il Pd ha un significato particolare, è anche qui che è cominciata questa storia. Per il partito è stata un'elezione di midterm. Vinta, se mi è concesso».

Parole di ringraziamento da parte di Gabriele Padovani, lo sconfitto – «Un grazie a tutti i faentini, anche a coloro che non mi hanno votato: adesso comincia la seconda parte di questa storia. Faremo un'opposizione dura, senza cedimenti» – ma c'è anche altro. «La faccenda del mio decadimento dal Consiglio comunale, per la quale mi sono già scusato più volte, è stata strumentalizzata da chi mi ha voluto attaccare sul piano personale».

Parole di elogio da parte di Emanuele Visani, candidato sindaco del Comitato Faventia ed ex mebro della Lega: «Fui io a dare la prima tessera a Padovani. Ora mi complimento con lui». Fosche previsioni da parte di Claudia Berdondini: «Un sindaco votato da un cittadino su quattro è un sindaco dimezzato. Malpezzi non arriverà al 2020».