Porta in aula foto hard della moglie per provare il tradimento, lei: “Quello sei tu"

Ex marito a processo per una serie di scatti hot della consorte

Amore clandestino (foto di repertorio)

Amore clandestino (foto di repertorio)

Ravenna, 8 maggio 2015 - È venuto in possesso di foto intime della moglie durante un rapporto sessuale: con l’amante, a detta di lui, che si è giocato la carta durante il processo civile di separazione. Ma la donna racconta tutt’altra storia. E cioè che il protagonista maschile di quella prestazione – di cui le foto evidenziano solo le parti intime – non era un fantomatico terzo incomodo, bensì il marito stesso.

Uno dei due, è chiaro, non la racconta giusta. La causa di separazione è ancora aperta. Ma proprio da qui la vicenda ha inforcato anche i binari del codice penale. E ieri è partito il processo che vede il marito alla sbarra con l’ipotesi di maltrattamenti sulla ex compagna. Loro, due quarantenni, vivevano in un comune del Ravennate.

Il matrimonio è durato una decina d’anni ed è finito nel 2012. Una storia comune a tante altre, alla quale quegli scatti ambigui e di dubbia provenienza hanno aggiunto un pizzico di pepe ma soprattutto tanto veleno. Lui li ha prodotti in sede di separazione giudiziale per dimostrare l’infedeltà della consorte. Quegli scatti compromettenti, sostiene lui, agitando la prova del tradimento, gli sono pervenuti da mani anonime, verosimilmente dal presunto amante di lei.

Ma la donna smentisce tutto. E, al contrario, si dichiara vittima di un tranello: dice che quelle fotografie sono state carpite dal computer di casa e che il soggetto maschile, ritratto durante un rapporto sessuale, era nient’altro che il marito. Ciò l’ha portata ad aggiungere al procedimento di separazione una denuncia.

E la Procura di Ravenna ha così deciso di procedere per maltrattamenti: per l’utilizzo di quelle foto ma anche per una serie reiterata di atti di disprezzo verso il coniuge. Maltrattamenti, dunque, non fisici ma soprattutto di natura psicologica. Ieri mattina, davanti al Gup Antonella Guidomei, il pm Monica Gargiulo ha chiesto due anni di condanna per l’imputato.

Il processo si è celebrato col rito del giudizio abbreviato e la sentenza è attesa per la fine di giugno. La moglie, che si è costituita parte civile, e che ieri era presente in aula, chiede inoltre un risarcimento.