«Ha fatto picchiare l’ex fidanzato»

Psicologa faentina in carcere per la violenta aggressione di un 39enne

Carabinieri in azione

Carabinieri in azione

Faenza (Ravenna), 8 luglio 2014 - «HA STUDIATO un piano criminale che denota la mancanza di freni inibitori e l’assenza di scrupoli, facendo da esca per l’incontro con il suo ex fidanzato». Così il gip motiva l’ordinanza cautelare in carcere nei confronti di una giovane psicologa faentina che, accecata dalla gelosia, avrebbe commissionato un pestaggio nei confronti dell’ex. Rapina aggravata e lesioni personali aggravate: con queste ipotesi di reato due persone sono state arrestate dopo una lunga indagine dei carabinieri di Faenza, al comando del capitano Cristiano Marella. Un’attività durata mesi, conclusa nei giorni scorsi con la richiesta da parte del pm, Angela Scorza, di custodia cautelare per uninsospettabile psicologa 28enne faentina (D.R. le iniziali), in precedenza impegnata anche nel sociale, e M.A, 40enne originario di Tivoli. Altre due persone, un 28enne di San Benedetto del Tronto e un 36enne di Erice, sono state indagate.
 

IL FATTO è avvenuto a gennaio in città e aveva suscitato preoccupazione, perché accaduta davanti agli occhi di diversi residenti della zona tra via Canal Grande e via Firenze. La notte del 27 gennaio un 39enne faentino, in stato di choc, suona al campanello della Compagnia dei carabinieri, in via Giuliano Da Maiano. L’uomo racconta di essere stato rapinato da tre uomini che a volto scoperto, mentre si trovava in auto con l’ex fidanzata, lo avevano tirato a forza fuori dall’abitacolo e picchiato a calci e pugni. Uno di loro aveva un taglierino tra le mani e un altro un bastone. L’uomo che presenta tagli ai jeans e al giubbotto, oltre a ferite superficiali sul corpo, racconta particolari che insospettiscono gli inquirenti. Dice infatti che quella notte aveva un appuntamento con la sua ex. Una relazione, durata circa tre anni, dal 2010 sino all’ottobre 2013, terminata per la ‘gelosia morbosa di lei’. I due si erano poi incontrati per caso e avevano fissato un appuntamento per discutere, a mezzanotte, in piazza Martiri Spagnoli. Lui arriva al volante della sua ‘Golf e lei, dal racconto dell’uomo, lo indirizza in un parcheggio in fondo a via Don Minzoni che confina col parco giochi.
 

A quel punto avviene l’aggressione. Le urla della vittima sono così forti che molti residenti, malgrado sia inverno e notte fonda, si affacciano e vedono il 39enne inseguito da un uomo con un bastone e telefonano alle forze dell’ordine. Il 39enne dice anche che l’ex, malgrado il pestaggio, è immobile, non chiede aiuto, anzi dopo l’episodio il suo telefonino risulta staccato. Terminata l’aggressione i tre salgono a bordo della Golf della vittima e si dileguano.
I carabinieri la mattina dopo ritrovano l’auto in via Calamelli: una rapina quindi con molti lati sospetti. I carabinieri ascoltano i residenti trovando conferme all’episodio. Dagli sms sul cellulare dell’uomo emerge anche un’altra stranezza: la donna nel fissare l’appuntamento si assicura che l’ex arrivi si presenti all’appuntamento da solo.
 

ALLE 5.30 del giorno dopo la vittima riceve inoltre una telefonata con numero ‘nascosto’; una voce gli intima: «non andare a denunciare la cosa ai carabinieri, perchè la prossima volta sarà peggio». Intanto la psicologa viene sentita come persona informata dei fatti e nega coinvolgimenti con l’accaduto, giustificando la sua sparizione per paura. Le indagini si indirizzano però verso la sfera privata della vittima, in particolare dell’ex fidanzata. Dai tabulati della donna emerge che prima dell’incontro con l’ex, sul suo cellulare ci sono molte chiamate in entrata ed uscita verso quello di un pregiudicato, M.A., che sta scontando una condanna in affidamento a una comunità terapeutica nel ravennate. Dove l’ex fidanzata della vittima aveva lavorato come operatrice psicologa sino al 31 dicembre 2013.
 

I carabinieri contattando il centro terapeutico vengono a sapere che M.A., che doveva fare rientro in comunità entro le 23, la notte dell’episodio chiama un’operatrice e riferisce di trovarsi assieme a due altri ospiti (i due indagati) e di essersi persi nelle campagne di Ravenna, quindi non potranno rientrare per l’ora fissata; il terzetto è poi rientrato la mattina successiva. I carabinieri notano anche che le chiamate tra la psicologa e il 40enne, tra i quali era nata una storia sentimentale, dopo la rapina si interromponoinoltre verificano che verso mezzanotte, il cellulare del 40enne, aveva agganciato una cella telefonica di Faenza.
 

CONCLUSE le indagini i carabinieri hanno eseguito, nei giorni scorsi l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip, Antonella Guidomei. La psicologa si trova ora agli arresti domiciliari, mentre al 40enne l’ordinanza è stata notificata in carcere a Ferrara dove stava scontando una pena per altre condanne.