Isis, altri dieci in Siria per il Califfo

Continua il reclutamento in città. Gli scampati della strage del Bardo di nuovo sotto choc

Miliziani dell'Isis (Foto di repertorio Ansa)

Miliziani dell'Isis (Foto di repertorio Ansa)

Ravenna, 30 giugno 2015 - A pochi giorni dall’attentato a Sousse, nel golfo di Hammamet in Tunisia, costato la vita a 38 turisti, rimane alto l’allarme terrorismo anche in Italia, così come sale sempre più la preoccupazione nella comunità musulmana ravennate per le partenze continue di giovani irretiti dal miraggio della guerra santa. Da Ravenna infatti diversi ragazzi di varie nazionalità, alcuni che vivevano in città da anni, hanno deciso di andare. È accaduto nelle ultime settimane, dopo l’arresto, avvenuto in aprile, di Nousair Louati, il 27enne tunisino sospettato di essere in procinto anche lui di arruolarsi per combattere in difesa del Califfato. La conferma arriva dalla comunità nordafricana ravennate che assiste all’escalatation del fenomeno con sempre maggiori preoccupazione e incredulità.

Tanto più che il reclutamento avviene in città non tramite persone di passaggio, come era già accaduto in passato, né eclusivamente attraverso la rete, ma grazie a persone che qui vivono e sono integrate. «Il reclutamento – dicono dalla comunità musulmana ravennate – avviene nei luoghi di ritrovo, che possono essere i bar o anche le piazze, le strade dove i ragazzi si incontrano».

Gli ultimi ad essere partiti sarebbero giovanissimi, tra i venti e i ventiquattro anni, di nazionalità algerina e marocchina soprattutto. Quasi tutti vivevano a Ravenna e provincia, alcuni da altri posti della Romagna, come Forlì. «Era un gruppo di dieci in tutto – spiega una fonte molto vicina alla comunità nordafricana – ma sono partiti separatamente, per non dare nell’occhio». Gli itinerari sono sempre gli stessi: passano dalla Turchia, dal Libano, alcuni anche dall’Egitto. La notizia di queste ultime partenze non è una sorpresa, soprattutto tenendo conto delle storie che l’hanno preceduta. Il primo ‘ravennate’ infatti ad essersi arruolato in Siria, almeno quello di cui si ha notizia, è Mustapha El Anssi, che dopo aver vissuto in città per poco più di un anno è tornato in Tunisia, il suo Paese, per andare poi a combattere in Siria dove è morto nella primavera del 2013. Dopo di lui, a febbraio di quest’anno, è toccato a Neji Ben Amara, da tanti anni a Ravenna, dove aveva sempre lavorato. E poi c’è Louati, fermato prima di riuscire a raggiungere il suo obiettivo.