Furto al laboratorio del mosaico. "Li ho visti in faccia, erano due ragazzini"

Bottino 5000 euro. La vittima: "Mi ero allontanata un attimo e avevo chiuso a chiave.Ora sono molto spaventata"

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Ravenna, 21 maggio 2016 - «Ci si allontana per un quarto d’ora e al ritorno ecco i ladri. Non ti senti più padrone dei tuoi spazi, non c’è sicurezza». È ancora spaventata la mosaicista che ieri pomeriggio si è ritrovata faccia a faccia con i malviventi. Tutto è avvenuto poco dopo le quattro in un laboratorio privato in via Arno, in una zona residenziale a pochi passi dal centro. Dalla strada nessun cartello a segnalare la presenza del ‘rifugio artistico’, solo un’abitazione come tante altre. Il bottino si aggira tra i 4000 e i 5000 euro.

«Mi sono allontanata sulle 16.15 – racconta la mosaicista, che preferisce rimanere anonima – sono uscita per fare alcune fotocopie e ho chiuso a chiave. Al mio ritorno, dopo circa un quarto d’ora, ho trovato la porta socchiusa. Quando l’ho aperta mi sono imbattuta in un ragazzo giovane, alto, moro, con carnagione e abiti scuri. Non credo che fosse italiano, ma non ho sentito che accento avesse».

Un’immagine agghiacciante, di quelle che non si dimenticano facilmente: «Ho urlato: ‘E tu chi cavolo sei?’ e all’improvviso è spuntato un altro ragazzo. Erano entrambi giovanissimi. Non hanno detto una parola, hanno scavalcato il cancello alto due metri come se niente fosse e sono scappati – aggiunge – ho subito chiamato i carabinieri e loro mi hanno detto che è andata bene, che avrebbero potuto farmi del male e anche che purtroppo questo genere di episodi ormai è all’ordine del giorno. Per quanto riguarda il bottino hanno portato via dei soldi che si trovavano in un cassetto e che dovevo portare in banca, li avevo appena incassati».

ORA rimangono paura e amarezza per quello che è successo. E c’è la sensazione di essere stati violati e di essere ancora esposti: «La cosa che mi preoccupa è che entrano ovunque – prosegue la mosaicista – hanno preso di mira un laboratorio, un luogo in cui è raro che ci siano dei soldi e dove in effetti normalmente non tengo nulla. E purtroppo di casi di questo tipo se ne sentono tantissimi. Ora sono molto spaventata. È imbarazzante non sentirsi più al sicuro nella propria abitazione o, come nel mio caso, nel proprio laboratorio».