‘Grossisti della droga’: maltrattavano anche il pastore tedesco acquistato come copertura

Arrestate cinque persone dai carabinieri, mille gli accorgimenti per non essere individuati

Le immagini dei grossisti e del cane-copertura

Le immagini dei grossisti e del cane-copertura

Ravenna, 1 novembre 2014 - Veri e propri grossisti della droga che avevano messo in atto ogni stratagemma per sfuggire agli investigatori: avevano acquistato un cane per potersi muovere senza dare troppo nell’occhio con la scusa di accompagnarlo fuori, si muovevano a piedi o in bicicletta per sfuggire meglio ai pedinamenti, non tenevano mai la droga in casa ma la sotterravano. A finire in carcere, dopo una lunga e laboriosa indagine avviata dalla stazione dei carabinieri di via Alberoni, proseguita poi con gli uomini del Nucelo operativo, una banda di cittadini tunisini ritenuti responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti ‘ad alto livello’: un giro di etti di cocaina e chili di eroina in grado di coprire le esigenze non solo di Ravenna ma anche delle province limitrofe.

In carcere si trovano ora Rami Harrath di 26 anni e il fratello Fathi; Abdelwahab Hammami e Amine Ben Mabrouk e la fidanzata di uno di loro, Olena Voloschuk, ventenne di nazionalità ucraina. L’indagine è cominciata a febbraio: sono seguiti pedinamenti, intercettazioni, appostamenti. Erano due i luoghi ‘fulcro’ del sodalizio criminoso: via Sant’Alberto dove i tunisini avevano la loro base e un bar del centro dove i componenti del sodalizio si trovavano per potersi accoradre sugli scambi di droga senza utilizzare i telefoni cellulare. La droga però non la tenevano in casa: veniva nascosta nel parco vicino a via Sant’Alberto, nei pressi della ferrovia. Proprio per poter andare spesso al parchetto cercando di non destare sospetti e per avere una difesa in casa in caso di perquisizione avevano comprato un pastore tedesco.

Ma quando hanno finito la roba da spacciare, hanno cominciato a maltrattare la bestia - acquistata la scorsa estate - con botte, frustate con il guinzaglio e bastonate. In alcuni casi hanno perfino spento i mozziconi di sigaretta addosso al cane. «Lascia il cane in casa e vedrai che i serpenti non entrano», aveva detto al telefono uno del gruppo alludendo all’eventuale intevento di militari. Le conversazioni degli arrestati erano però intercettate, i carabinieri hanno realizzato dei maltrattamenti che l’animale era costretto a subire. L’animale ora è stato affidato al canile e sono già stati diversi i carabinieri che si sono fatti avanti per adottarlo. I cinque, oltre all’accusa di spaccio, rischiano anche l’accusa di maltrattamenti di animali. Il pm Angela Scorza giovedì ha disposto il fermo dei cinque: sembra che alcuni membri della banda stessero progettando una fuga poichè temevano che il cerchio attorno a loro si stesse stringendo.