L'arresto choc di Casalboni, "Aveva desideri di vendetta. Contatti con pregiudicati"

In carcere per tentati atti sessuali con minorenne

Si è attivata la seconda sezione della Squadra Mobile della questura ravennate (Corelli)

Si è attivata la seconda sezione della Squadra Mobile della questura ravennate (Corelli)

Ravenna, 23 febbraio 2015 - «Appare allarmante - nella valutazione delle esigenze cautelari e cioè del rischio di commissione di gravi delitti con uso di armi o altri mezzi di violenza personale - che l’indagato, proprio quando manifestava intenti vendicativi e poco dopo un atto incendiario chiaramente a lui riconducibile, avesse contatti con personaggi di tale caratura criminale». L’ordinanza fa riferimento alle telefonate intercorse tra Ido Casalboni e due persone, un uomo e una donna, pluripregiudicate per reati gravissimi.

È uno degli aspetti che emerge nella triste vicenda che venerdì sera ha visto gli agenti della Squadra Mobile bussare alla porta dell’imprenditore per arrestarlo. L’imprenditore immobiliare 66enne (la sua attività è stata dichiarata fallita dal tribunale di Ravenna) ed ex vicepresidente del Ravenna calcio, è stato portato in carcere per tentati atti sessuali con una minorenne (la ragazzina in questione ha meno di 14 anni). Proposte sessuali esplicite che aveva fatto anche alle presenza delle amichette di lei. E quando con la notifica della perquisizione aveva saputo dell’indagine a suo carico, il 66enne aveva manifestato desideri di vendetta contattando persone pregiudicate per reati quali l’associazione per delinquere di stampo mafioso.

Casalboni (difeso dall’avvocato Ermanno Cicognani) è tra l’altro accusato anche di avere dato fuoco all’auto di parenti della piccola e di averli minacciati di morte a più riprese. A incastrare l’imprenditore, finora incensurato, è stata la forza della ragazzina stessa. Quest’estate con il proprio telefono cellulare l’ha registrato mentre le rivolgeva proposte sessuali molto esplicite giungendo a offrirle in cambio fino a 3.000 euro o l’acquisto di un cellulare. «Quanto ti devo dare?» chiede l’uomo. «Con te mai!» la risposta. «Ma dai fammi sto favore», la risposta è sempre un secco «No!». Tutto registrato nel file memorizzato sul telefono col nome di ‘Aiutatemi’. «Lo diceva anche con le mie amiche – ha raccontato la ragazzina –. Vi do mille euro ciascuna, tanto non è che cambia molto da un ragazzo a uno come me». Diverse volte le aveva chiesto dei suoi rapporti coi coetanei e aveva anche tentato di toccarla, ma senza riuscirvi perché lei per tenerlo a debita distanza «gli dava calci nelle gambe». Quando la madre della piccola, controllando il cellulare della figlia, ha trovato il file, si è rivolta alla Squadra Mobile.

SONO partite le indagini ed è stata perquisita l’abitazione dell’imprenditore. È a quel punto, secondo l’accusa, che l’uomo, appena avuto notizia dell’indagine a suo carico, ha dato sfogo al suo risentimento bruciando poche ore dopo l’auto di parenti della ragazzina. In quel periodo «gli intenti ritorsivi dell’uomo nei confronti del nucleo familiare della bambina emergono in due telefonate intercorse tra lui e due pregiudicati». Casalboni aveva infatti chiamato una sua conoscente che sta scontando una detenzione domiciliare, causa problemi di salute, con fine pena al 2025 per reati pesanti, manifestando il desiderio di vendetta e chiedendo di mandargli «quei signori» che aveva poi acconsentito di incontrare in un bar.

Sempre sul suo cellulare erano arrivati alcuni squilli da un’utenza intestata a un pregiudicato pugliese. E infine ignoti avevano provato a forzare il portone del garage dell’abitazione della bimba. Per il Gip Rossella Materia che su richiesta del Pm Isabella Cavallari ha emesso la misura, si procede dunque per il pericolo di reiterazione del reato anche di fatti più gravi di quelli sin qui contestati. Nel complesso, «un quadro cautelare di estrema gravità» con una persona caratterizzata da «spiccata pericolosità sociale» e «pervicace inclinazione a compromettere la sfera sessuale di soggetti giovanissimi». Un uomo che «non ha più nulla da perdere» e che ha «più volte manifestato con chiarezza il proprio desiderio di vendetta a tutto i costi».