Abuso d’ufficio, indagati due ex dirigenti del Comune e della Provincia

L’inchiesta, che si riferisce alla variante 20111 del Piano operativo comunale, riguarda anche tre manager della Cmc, fra cui l’Ad

I terreni dove verranno portati i fanghi del porto (Foto Zani)

I terreni dove verranno portati i fanghi del porto (Foto Zani)

Ravenna, 4 settembre 2014 - Due ex dirigenti del Comune e della Provincia e tre manager di Cmc sono stati recentemente iscritti nel registro degli indagati della Procura nell’ambito di una inchiesta che ipotizza i reati di falso ideologico e materiale commessi dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio, falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico e svolgimento di opere edilizie senza autorizzazione. Le ipotesi di abuso (nel senso di aver violato le normative e aver intenzionalmente arrecato un vantaggio a Cmc) e dei falsi del pubblico ufficiale sono riferiti all’ex dirigente dell’ufficio urbanistica del Comune e all’ex dirigente dell’ufficio territorio della Provincia (‘controllore’ degli strumenti urbanistici del Comune), mentre le altre ipotesi sono riferite ai manager Cmc fra cui l’amministratore delegato.

Alle cinque persone, in questi giorni è stata notificata la proroga di 6 mesi delle indagini, firmata dal gip Rossella Materia. La proroga era stata chiesta dal pm che coordina l’inchiesta, Isabella Cavallari. Si tratta di un atto dovuto, vista la necessità di proseguire gli accertamenti, sbocco dei quali possono essere l’archiviazione degli atti se non emergono elementi di reato o, in caso contrario, la richiesta di rinvio a giudizio. Trattandosi di una indagine in fase molto preliminare, le ipotesi di reato sono da considerarsi provvisorie e possono essere soggette a variazioni. Questa è la seconda proroga in quanto l’inchiesta è stata avviata all’avvio dell’estate dello scorso anno: alla prima proroga, l’indagine era ancora a carico di ignoti.

Secondo quanto si è potuto apprendere, l’inchiesta si riferirebbe alla variante 2011 al Poc, il Piano operativo comunale, relativa alla progettata area logistica di Porto Fuori, gran parte della quale avrebbe dovuto essere occupata dalla Cmc. Si tratta di una vicenda al centro di fortissime polemiche anche politiche, sfociate, agli inizi del 2013, in due esposti presentati, uno alla Procura, dall’associazione Vitalaccia Dura e l’altra, alla Forestale, dal consigliere LpR, Alvaro Ancisi. In sintesi negli esposti si ipotizzava una irregolarità nella procedura utilizzata dal Comune per trasformare l’area di proprietà di Cmc, da agricola a industriale; inoltre veniva evidenziato anche il fatto che gli interventi andavano ad interessare un’area di particolare interesse paesaggistico per la presenza di paleodossi fluviali particolarmente pronunciati. Lo strumento utilizzato dal Comune fu quello appunto del Poc, quando invece, fu evidenziato, si sarebbe dovuto utilizzare lo strumento di una vera e propria variante al Psc (il vecchio Prg). Va da sè che il Poc altro non è che uno strumento per attuare le scelte del Psc e proprio per questo venne utilizzato dal Comune, anche su indicazione di esperti del ramo. Subito dopo Cmc provvide ad eseguire interventi di movimento terra sulle aree predisponendole alla successiva ‘importazione’ della sabbia di risulta delle escavazioni dei fondali. Interventi che poi furono sospesi.