«I Comuni rossi mi imitano. E a Treviso mi rimpiangono»

L'ex sindaco leghista Giancarlo Gentilini fu il primo a rimuovere le panchine: «Sono ricettacolo di spazzatura»

Giancarlo Gentilini

Giancarlo Gentilini

Ravenna, 20 settembre 2014 - RAVENNA — fatte le dovute proporzioni — come la Treviso del più leghista tra i leghisti: Giancarlo Gentilini, per 20 anni alla guida della città veneta come sindaco o vicesindaco, fu, negli anni Novanta, il primo a rimuovere le panchine. L’iniziativa riguardava, anche in quel caso, la zona della stazione, e aveva lo scopo di scoraggiare presenze indesiderate. A 86 anni, lo ‘sceriffo’ di Treviso (che a maggio ha subìto una sconfitta storica al ballottaggio contro Giovanni Manildo del Pd) è ancora combattivo, e sembra non aspettare altro che rivangare i bei tempi andati. Gentilini, ha visto? La imitano in un comune ‘rosso’... «Ma non è mica una novità! Lo hanno fatto a Mestre, a Venezia. Ormai tutte le amministrazioni comuniste seguono il leghista Gentilini». Torniamo a 20 anni fa: qual era il problema? «La zona della stazione era stata espropriata ai cittadini, occupata da extracomunitari che dormivano sulle panchine, facevano i loro bisogni, lasciavano spazzatura dappertutto. La gente aveva paura a passare di lì. E allora cosa può fare un povero sindaco di campagna?». Ma togliere le panchine, naturalmente. «Esatto! E ho anche eliminato dalla zona tutte le siepi, così le forze dell’ordine potevano spaziare con lo sguardo». L’appellativo di ‘sindaco-sceriffo’ le piaceva proprio... «Io andavo lì di persona, alle 2 di notte, a controllare che la situazione fosse tranquilla. I sindaci bolscevichi non lo fanno». Ha funzionato? «Eccome: la stazione era un Bronx, è diventata uno specchio. All’inizio gli extracomunitari clandestini hanno iniziato a sedersi sulle sponde dei ponti. Ma io ci ho messo le fioriere, così ho tolto loro la possibilità di appoggiare il culo sulla proprietà comunale. E poi ho combattuto contro i venditori ambulanti, per 20 anni non ne abbiamo avuti. Questo è il Vangelo secondo Gentilini: ordine, disciplina, rispetto delle leggi. Il mio ventennio è stato così». ‘Ventennio’? «Sì, c’è stato un altro che ha avuto il suo ventennio, io ho avuto il mio. E se avessero ascoltato me, oggi non avremmo tutti questi problemi con gli sbarchi. Perché questi non sono profughi, ma clandestini!». Non divaghiamo. Lei, alla fine, ha perso le elezioni. E il nuovo sindaco di centrosinistra ha rimesso le panchine al loro posto. «Il Cremlino si è adagiato su Treviso, e i comunisti vogliono distruggere tutto quello che ho fatto in 20 anni. Ma in città mi rimpiangono tutti». Proprio tutti? «Avevo assessori al di sopra di ogni sospetto. Il nuovo sindaco, come primo atto, ha dato l’ordine di controllare quali appannaggi mi fossi preso. Sa cosa hanno trovato?». Dica. «Due caffè e tre birre. Questo era Gentilini. Il sindaco di adesso, invece, ha addirittura invitato a Treviso la Kyenge».