Deve risarcire chi violentò la figlia: appello disperato a 'La Vita in Diretta'

Il faentino Davide Zaccarelli ha raccontato a Rai 1 il suo incredibile calvario di padre

Davide Zaccarelli ospite de 'La vita in diretta' di Rai 1

Davide Zaccarelli ospite de 'La vita in diretta' di Rai 1

Ravenna, 15 settembre 2015 - «Signora rinunci a questa cifra, farebbe più che un favore a noi e al ricordo di mia figlia» è l’appello di Davide Zaccarelli a ‘La vita in diretta’. La storia faentina del padre che deve risarcire la famiglia dell’uomo che ha molestato la figlia (che si è tolta la vita nel 2014) in questi giorni sta facendo il giro dei media nazionali.

In pratica, dopo le violenze subite dalla figlia nel 2007, il prof responsabile Ezio Foschini è stato condannato dalla Cassazione a tre anni di carcere. Contemporaneamente però il processo civile aperto dalla famiglia per avere il risarcimento stabilito in sede penale si è concluso con una condanna per la famiglia Zaccarelli a pagare 40mila euro ai genitori di Foschini, nei conti dei quali da un’indagine della guardia di finanza risulta che il figlio avesse nascosto i propri soldi per non pagare. Il giudice però scelse di ascoltare la perizia di un commercialista faentino che era di segno opposto rispetto alla conclusione delle Fiamme gialle. Ora, oltre alla cessione del quinto dello stipendio, Zaccarelli deve pagare 21mila euro entro sabato, e non avendo a disposizione questa cifra ha chiesto aiuto alla rete.

Negli studi della Rai di via Teulada a Roma la questione è stata dibattuta dagli opinionisti Giampiero Mughini - poco convinto dalla storia che ha osservato che in vari ordinamenti sono presenti casi con sentenze di segno opposto - e Piero Sansonetti, che si è emotivamente schierato a fianco di Zaccarelli e ha lanciato alla controparte: «Rinunciate a quei quattrini».

Nel corso della puntata inoltre si è verificato anche un collegamento con l’avvocato della famiglia Foschini che ha affermato che tutti i soldi che erano presenti sul conto del padre del docente venivano dalla pensione di quest’ultimo, e che non sono i due genitori a dover rispondere delle azioni del figlio.