Cacciatori di Pokémon scambiati per ladri, boom di telefonate ai carabinieri

Ravenna, da quando l’app è arrivata in Italia in media l’Arma riceve 10/15 chiamate al giorno

CACCIA IN CENTRO Un pokémon appare davanti alla tomba di Dante (foto di repertorio)

CACCIA IN CENTRO Un pokémon appare davanti alla tomba di Dante (foto di repertorio)

Ravenna, 25 luglio 2016 – Si aggirano con fare sospetto, anche nel cuore della notte, i volti illuminati dalla luce verdognola dei telefoni cellulari accesi. Entrano nei cortili delle abitazioni, corrono per i parchi, scavalcano anche recinzioni e non disdegnano le aree del centro, vicino ai monumenti. Altro che ladri e malviventi, sono i ‘cacciatori di Pokémon’. 

Anche se, spesso scambiati per ladri, in questi giorni stanno facendo impazzire i residenti che chiamano - preoccupati - i carabinieri. La loro arma è il telefono cellulare, l’obiettivo è catturare (sempre virtualmente) gli animaletti che compaiono sulla mappa quando con il telefono si inquadrano strade e luoghi cittadini. Tutto virtuale? Mica tanto. L’altra sera a Marina di Ravenna i carabinieri sono stati chiamati dai residenti perché dalle finestre avevano notato quattro strani individui che circospetti battevano palmo a palmo il giardino della loro casa. Spaventati si sono chiusi dentro e hanno composto il 112. Al loro arrivo i carabinieri hanno trovato i quattro e li hanno identificati. Nessuna intenzione ladresca: «Siamo solo a caccia di Pokémon, ne avevamo avvistato uno», si sono giustificati.

I militari non hanno potuto fare altro che tranquillizzare la famiglia che li aveva contattati e redarguire i quattro (nemmeno giustificati dal fatto di essere adolescenti, perché erano tutti sulla trentina).

Ma la segnalazione dei residenti di Marina è solo l’ultimo caso perché si scopre che proprio a Ravenna, negli ultimi giorni, da quando cioè è esplosa la mania, sono tantissime le chiamate che segnalano presunti ladri che si rivelano invece essere solo ‘cacciatori virtuali’.

Sono state mediamente dieci-quindici al giorno (in particolare la notte per la precisione) le chiamate arrivate alla Centrale operativa che indicavano ‘tipi sospetti’ nei giardini e nei pressi delle case e in tutti questi casi le persone, una volta identificate dai militari, hanno mostrato la loro banalissima ‘arma’: il cellulare, e raccontato che erano in gruppo e si muovevano con fare sospetto perché cercavano i mostriciattoli virtuali. Qualcuno si vergogna, specialmente i cercatori non più giovanissimi, qualcun altro invece va fiero della sua impresa e non prova neanche a giustificarsi.

E poi c’è stato anche chi - un caso paradossale - ha pensato bene di approfittare del fatto di trovarsi in caserma per catturare un Pokémon «difficile da prendere». L’altra sera i carabinieri hanno fermato un 17enne nella zona del Pala De Andrè durante un controllo di routine e lo hanno accompagnato in caserma a Ravenna. A quel punto, mentre veniva sentito dai militari, il ragazzo ha chiesto di poter utilizzare il suo telefono cellulare. Tutti hanno pensato volesse parlare con la madre. Invece candidamente il giovane ha spiegato che nelle caserme si nascondono Pokémon rari e difficili da catturare e, visto che era lì, approfittava della situazione per la dare la caccia agli animaletti virtuali.