Scatola nera della Lady Aziza, "Gokbel, andate sempre dritto". Ma di chi è la voce alla radio?

Ecco la verità della scatola nera: sul ponte di comando della Lady Aziza in esclusiva gli attimi prima dell’impatto FOTO / VIDEO1 / VIDEO2 / VIDEO3 AUDIO DELLA COLLISIONE

Naufragio di Marina di Ravenna, la falla della nave affondata

Naufragio di Marina di Ravenna, la falla della nave affondata

Ravenna, 15 gennaio 2015 - «Siamo entrati in collisione. Aiuto!». E dopo pochi istanti: «Stiamo affondando». Le voci di concitazione sono quelle dei marinai turchi della Gokbel. Il Resto del Carlino è in possesso delle registrazioni effettuate dalla scatola nera della Lady Aziza, il sistema di ‘Voyage data recorder’ che memorizza tutto quello che avviene all’interno di una nave. Praticamente è come se ci trovassimo all’interno del ponte di comando del mercantile, che batte bandiera del Belize, quella maledetta domenica del 28 dicembre. Ascoltando le voci dell’equipaggio si rivivono gli ultimi drammatici minuti prima della collisione con la Gokbel, costata la vita a sei marina di nazionalità turca.

Non sono ancora le 8.30 del mattino. E a tre miglia dalla costa i vapori dell’acqua hanno alzato una nebbia che impedisce la visibilità. Le due navi sono vicine, anzi vicinissime, ma l’equipaggio siriano che compone la Lady Aziza non sembra accorgersi della presenza di un’altra imbarcazione sulla sua rotta. Tanto è vero che continuano ad aumentare la loro velocità fino a 13 nodi. La rotta è segnata, ma la lettura del radar indica come a quattro minuti si trovi la Gokbel. Con il passare del tempo i minuti si riducono a tre e mezzo, poi due, in una specie di inesorabile conto alla rovescia che, di lì a poco, segnerà l’orario dell’incidente. 

Poi la radio comincia a ‘parlare’, ma non sono le voci dei siriani della Lady Aziza. Il contatto arriva infatti da parte della nave turca. «Gokbel...sono il pilota della Gokbel». «Avanti Gokbel, a che velocità state andando?». «A 4,52 nodi». «Qual è la vostra rotta?». «290». «Proseguite dritti per favore». Un veloce scambio di informazioni tutte in inglese, che termina con quelle parole quasi di rassicurazione: «Proseguite dritti». In realtà, manca poco più di un minuto al tremendo impatto. A rispondere ai marinai turchi non è ancora chiaro se sia l’equipaggio siriano o i Piloti del porto che, quel giorno, avevano anche il radar anticollisione spento. Un quadro, quest’ultimo, che mostrerebbe un nuovo lato della medaglia, ossia quello che la Lady Aziza, fino al momento dell’impatto, non si fosse accorta di nulla. Ipotesi che andrebbe ad avvalorare le testimonianze rese degli uomini della Gokbel, che dissero di aver provato a contattare l’altra nave, ma senza esito. Cala quindi il mistero: chi ha detto ai turchi di proseguire dritto?

Seguono secondi di silenzio. Poi nel vento risuona la sirena di avvertimento della Gokbel. Nessuno risponde. Dalla radio iniziano a urlare parole incomprensibili, alle quali seguono il frastuono dello scontro. «Le navi sono entrate in collisione. Aiuto!» si sente gridare. I Piloti del porto rispondono alla chiamata. E infine l’ultima drammatica frase: «Stiamo affondando». Per quale motivo nessuno si è accorto del radar? Come mai la Lady Aziza non ha mai rallentato? Perché non hanno risposto alle sirene? Chi ha sbagliato? Nuove domande alle quali la magistratura sta cercando di trovare una risposta.