Tragedia a Marina Romea, il padre: «Assurdo morire così». I parenti ‘incolpano’ il tablet

Poche parole cariche di dolore quelle di Alfredo Baioni dopo la morte dei piccoli Federico e Alessandro e della loro mamma nell'incendio del loro appartamento delle vacanze (FOTO: i momenti successivi alla tragedia)

Alessandro e Federico

Alessandro e Federico

Ravenna, 18 agosto 2014 - «ERANO semplicemente i miei figli, bravi e intelligenti. Non meritavano di morire e nemmeno la loro mamma». Fugaci e strazianti frammenti, pronunciati da un padre colpito dal dolore più grande: perdere la propria famiglia. A parlare è Alfredo Baioni, ex marito della 45enne Claudia Torsani e padre dei due figli Alessandro e Federico, di 12 e 8 anni, protagonisti della tragedia che nella notte tra il 14 e Ferragosto ha colpito il civico 54 di via dei Tigli a Marina Romea. Un banale quanto terribile incidente domestico, un rogo divampato su un vecchio divano a causa di un trasformatore elettrico (forse surriscaldatosi o andato in corto circuito), che in pochi secondi ha spezzato tre vite e trascinato la famiglia in un dolore senza nome e senza volto.  E MENTRE le indagini vanno avanti, alla ricerca di tutte le cause che possono aver scatenato quel fatale incendio, la famiglia cerca nell’unione un modo per andare avanti. Ieri mattina nella casa di via Foschi a Roncalceci, dove la donna viveva insieme ai due bambini, c’era anche Alfredo Baioni. Insieme a lui il fratello di Claudia, Fabrizio Torsani, la cognata e un amico comune. Tra le mura che racchiudono la villetta, il tempo, sembra essersi fermato a quel maledetto venerdì. I primi a uscire sono Fabrizio e la moglie. In mano stringono due album fotografici, che forse racchiudono le istanatanee scattate tutti insieme durante i giorni di festa. «Una storia che non trova giustificazione, per la casualità e la banalità con la quale è avvenuta» dice brevemente la cognata. Dalla porta posteriore esce Alfredo. Si presenta, stringe la mano, poche parole cariche di dolore. E pensare che lui, direttore generale delle filiale russa di una ditta modenese di macchine per il movimento terra, aveva salutato sorridente la famiglia il giorno prima, dopo una settimana tutti insieme a Londra. SUL FRONTE investigativo sono ancora diversi gli elementi da chiarire. Oggi verranno eseguite le tre autopsie, che dovranno determinare se a togliere il respiro di Claudia, Alessandro e Federico sia stato il monossido di carbonio o il più letale e terribile cianuro, sprigionato da certi arredi durante la combustione. Gli interrogativi più complessi, però, riguardano il fattore scatenante del rogo, che alla vigilia di Ferragosto ha surriscaldato la casa tanto da far sciogliere i condizionatori. Le ipotesi più battute sono quelle del cortocircuito di un trasformatore o del surriscaldamento di un apparecchio elettronico. I parenti avanzano una possibile ipotesi: «Forse il tablet». Sarà solo l’intervento del perito, che dovrebbe essere nominato oggi, a poter spiegare quanto accaduto. Il primo e più importante elemento è capire perché non sia scattato il ‘salvavita’. Per questo gli inquirenti chiederanno verifiche sull’impianto e sulle certificazioni.