Maghe ripulivano malata psichiatrica

Tre a processo per circonvenzione: 27mila euro per scacciare l’energia negativa

Truffe e magia

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Ravenna, 21 aprile 2015 - PRATICHE magiche e amuleti per trasmetterle l’energia positiva e scacciare quella negativa «tra i pianeti». Il tutto in cambio di ‘parcelle’ salate: un totale di 27mila euro che tre donne – una operatrice socio sanitaria e due sedicenti maghe – hanno spillato a una malata psichiatrica e ora sono a processo con l’accusa di circonvenzione d’incapace.

La vittima è una 58enne che da sempre soffre di una ‘psicosi fobico ossessiva’, una grave patologia psichiatrica che la porta a trascorrere molto tempo in bagno per dedicarsi all’igiene personale. I genitori l’aiutavano in queste sue necessità, ma una volta diventati troppo anziani nell’ottobre 2009 si affidarono a un’assistente domiciliare 49enne, A.B., imputata chiave secondo il pm Isabella Cavallari, che si sarebbe presentata come esperta di malati psichiatrici.

Per i primi due mesi si recava a casa della donna e l’aiutava in bagno, al fine di farla arrivare in tempo al lavoro. In seguito i rapporti si intensificarono, tanto che a dicembre l’operatrice convinse la sua assistita a lasciare la casa dei genitori, dai quali non era mai staccata, per trasferirsi da lei, pattuendo un compenso mensile di 700 euro. Ma poco dopo l’imputata capì di aver trovato la gallina dalle uova d’oro. Imparò che la sua ospite disponeva di grosse somme in titoli obbligazionari, ciò in quanto metteva da parte i 500 euro della pensione di invalidità e i 400 del sussidio per un impiego part time nel pubblico.

Così, prima si fece dare 2000 euro a titolo di prestito. Poi, nel maggio 2010, dichiarandosi depressa a causa della contestuale separazione dal marito e adducendo difficoltà economiche, A.B. disse che non sarebbe più riuscita ad assisterla se non le avesse dato altri 20mila euro: 5mila li prese in contanti, 15mila con assegno circolare.

Nel frattempo l’assistente le aveva fatto sospendere l’assunzione dei farmaci, secondo l’accusa al fine di circuirla meglio. Il prelievo dei 5mila insospettì i familiari, estromessi dalla delega bancaria sempre su istigazione dell’imputata. Partirono la denuncia e l’indagine, dalla quale emerse il ruolo di altre due donne, M.V di 54 anni e M.R.O. di 61, amiche e presunte complici dell’assistente nella cui casa la malata veniva curata con rituali magici e amuleti, per i quali si fecero corrispondere somme rispettivamente di 1200 e 4000 euro.

LE TRE imputate sono difese dagli avvocati Nicola Casadio, Roberta Cavallari e Daniela Francesconi. La vittima e i genitori si sono costituiti parte civile con gli avvocati Niki Guglielmi e Massimiliano Starni di Forlì. Quella di ieri era la quarta udienza. Nell’incidente probatorio il perito del Tribunale aveva confermato che la vittima, quando elergì quelle somme, era in uno stato di deficienza psichica e le tre imputate avrebbero sfruttato la sua posizione di debolezza. A giugno la sentenza.