Prof molestò studentessa, sequestrata la casa dei genitori

Il 61enne Ezio Foschini al momento si trova in carcere

Prof molestò studentessa, sequestrata la casa dei genitori

Prof molestò studentessa, sequestrata la casa dei genitori

Faenza (Ravenna), 29 giugno 2016 - La procura ha ottenuto il sequestro preventivo dell’abitazione dei genitori di Ezio Foschini, 61 anni, già professore dell’istituto d’arte di Faenza e in carcere per scontare una condanna per molestie sessuali ai danni di una sua studentessa.

La misura, chiesta dal pm Stefano Stargiotti ed emessa dal gip Antonella Guidomei, è stata di recente notificata in carcere al diretto interessato. Il reato ipotizzato è la mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice e come tale ha a che fare con le manovre con le quali Foschini – sostiene l’accusa – si sarebbe via via spogliato del proprio patrimonio pur di non risarcire i genitori della giovane, nel frattempo morta suicida.

Il legale dell’imputato, l’avvocato Maria Giuditta Mazzoli, nel primo pomeriggio di ieri ha chiesto al collegio penale del tribunale di Ravenna (giudici Schiaretti-Galanti-Bailetti) di annullare la misura. Secondo il legale si sarebbe in particolare trattato di un abuso di uno strumento penale per questioni che in realtà si sarebbero potute risolvere in sede civilistica.

L’immobile in questione, che si trova a Faenza, appartiene all’anziana madre di Foschini. Il padre, alle morte nel 2012, lo aveva lasciato con testamento olografo alla consorte rappresentando il fatto che al figlio fossero stati dati contanti e che quindi null’altro gli spettasse dell’eredità.

Una manovra questa che secondo l’accusa altro non sarebbe che un altro tentativo del 61enne di liberarsi dei propri averi, compresa la porzione dell’eredità a lui spettante. Di tutt’altro avviso la difesa che ha sostenuto come sia impossibile pensare a quell’immobile come cosa pertinente al reato. E per quanto riguarda i risarcimenti fin qui maturati, ha fatto presente come al Foschini venga già pignorato un quinto dello stipendio. I giudici si sono riservati la descrizione. L’avvocato del 61enne dopo l’udienza ha spiegato come il suo cliente si senta tutt’ora innocente – sebbene dipinto dai media come una sorta di mostro – tanto da pensare di chiedere la revisione del processo penale sulla scorta di alcune indagini difensive di investigatori privati. Ha fatto accenno anche al contenuto di alcuni post di Facebook dal contenuto minaccioso nei confronti de prof.In ogni modo per Foschini si tratta del terzo fascicolo aperto per il medesimo reato.

Tutto tra origine dalla condanna per le molestie già passata in giudicato: nell’ottobre del 2014 la Cassazione ha confermato i tre anni inflitti al 61enne per abusi sessuali sulla studentessa, morta suicida nel giugno di quello stesso anno. Sms, atteggiamenti voluttuosi, gesti, sguardi e frasi non gradite a sfondo inequivocabilmente sessuale. Ma anche pacche sui glutei nei corridoi e un approccio più marcato con un bacio a stampo in ascensore: abusi che secondo le indagini della polizia erano andati avanti per più di un anno a partire dal 2006.

La Suprema Corte aveva confermato quest’ultimo scenario, determinando così la carcerazione di Foschini per espiare la pena (uscirà questo ottobre). Ma aveva anche rimandato alla sezione civile della corte d’appello il nuovo calcolo delle provvisionali per i familiari della studentessa (l’udienza non è stata ancora fissata). Sul fronte risarcimenti, da subito si era aperta una prima causa per mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice in seguito alla querela dei legali dei genitori della ragazza (avvocati Lorenzo Valgimigli e Simone Balzani). In questo caso in appello nel 2015 è finita con un anno e mezzo (si è in attesa di Cassazione). Il secondo procedimento per lo stesso reato si è chiuso più di recente in primo grado con un anno di carcere. La vicenda legata agli abusi sessuali è passata anche attraverso una sentenza civile datata gennaio 2014 nella quale il giudice, sulla base di una consulenza contabile, aveva respinto le richieste dei genitori della ragazza. E così, seguendo la logica giuridica della soccombenza, aveva condannato i genitori della studentessa a pagare in totale circa 40 mila euro.

a.col.