Giovedì 18 Aprile 2024

Morti sospette, parla l'infermiera: «Non c’è cosa più distante da me di un assassinio, voglio uscirne a testa alta»

Per la prima volta, dal carcere di Forlì, Daniela Poggiali ‘grida’ la sua innocenza. «Quelle foto? Ho sbagliato e lo riconosco. L’iniziativa però è stata della collega che le ha scattate»

Una delle foto choc dell'infermiera Daniela Poggiali con una paziente

Una delle foto choc dell'infermiera Daniela Poggiali con una paziente

Ravenna, 29 gennaio 2015 - Dal carcere di Forlì, attraverso la voce del suo avvocato Stefano Dalla Valle, l’infermiera di Lugo Daniela Poggiali ‘grida’ la sua innocenza. «Ho sempre vissuto per aiutare gli altri e i pazienti in modo particolare. Non c’è cosa più distante da me di un assassinio. Non riesco ad accettare tutto quello che sta succedendo. Voglio uscire da qui e a testa alta». Sulle foto scattate con la paziente deceduta, che nei giorni scorsi gli sono valse la conferma del licenziamento da parte del giudice Roberto Riverso, la Poggiali non si nasconde: «Ho sbagliato e lo riconosco. L’iniziativa però non è stata mia ma della collega che le ha scattate».

Nel frattempo l’inchiesta si allarga. Proprio ieri infatti, dopo la conclusione delle indagini relative all’infermiera lughese, la Procura di Ravenna ha annunciato l’inizio di una nuova inchiesta a tutto il reparto dell’ospedale Umberto I nel quale lavorava la Poggiali. Sul tema non si è fatta attendere la risposta dell’Asul, che tramite l’avvocato Giovanni Scudellari spiega: «La direzione dell’Ausl Romagna ribadisce la propria assoluta disponibilità a collaborare con l’Autorità giudiziaria e a intraprendere eventuali azioni disciplinari, come già avvenuto, qualora dalle indagini stesse dovessero emergere altri profili di responsabilità».