Debito fuori bilancio per un ricorso perso: il mistero della multa dimenticata dal Comune

La scoperta si deve ai consiglieri di opposizione Ancarani (Fi) e Foschini (Ncd)

Multe, agenti della Municipale sanzionano i veicoli in divieto di sosta

Multe, agenti della Municipale sanzionano i veicoli in divieto di sosta

Ravenna, 31 marzo 2015 - Un debito fuori bilancio, di quelli da approvare in consiglio comunale, come è già capitato e capiterà ancora. Questa volta però assieme alla delibera, o più esattamente alla ‘presa d’atto’, non c’erano documenti che spiegassero di cosa si trattasse. In pratica il Comune deve pagare 350 euro di spese legali per aver perso una causa in seguito al ricorso di una cittadina contro una sanzione. Ma quando l’opposizione ha chiesto di conoscere il tipo di sanzione, nessuno è stato in grado di spiegarlo, così gli è stato risposto di votare e basta. Troppo per Alberto Ancarani e Nereo Foschini, consiglieri rispettivamente di Forza Italia e Nuovo centro destra che non hanno votato, decidendo poi di andare in fondo alla questione.

Così è saltato fuori che la multa risale al 14 agosto del 2007 a Marina di Ravenna. In quella data infatti i militari della Capitaneria sanzionano una Fiat parcheggiata in zona demaniale. La multa, che viene poi notificata e recapitata per posta alla titolare dell’auto, è di 207,81 euro. A distanza di pochi giorni la donna, marchigiana, fa ricorso al sindaco, sostenendo che nel luogo del parcheggio non ci fosse alcun segnale verticale di divieto, e nemmeno il testo di un’ordinanza o di un provvedimento che regolasse la sosta.

Il Comune risponde, ma solo nel 2012, con un’ordinanza del sindaco che ordina alla donna di pagare una sanzione ora di 230 euro: i 207 iniziali più 24 per spese di procedimento e notifica. Immediata la risposta della titolare della Fiat che ricorre, questa volta, davanti al giudice di pace. Il quale accoglie in parte il ricorso e riduce la sanzione a 127 euro, comprese le spese di notifica.

È a questo punto della telenovela che, ignorando quanto accaduto fino a quel momento, a maggio del 2014 fa il suo ingresso Ravenna Entrate, notificando alla donna una sanzione di 306 euro e 80. Cifra che comprende la sanzione iniziale, più 61,80 euro di maggiorazione, più 24 euro di spese di notifica. Alla donna non resta che presentare un nuovo ricorso al giudice di pace, ma di Ancona. Ad agosto, sempre dell’anno scorso, Ravenna Entrate si accorge di aver sbagliato e annulla il documento precedente. Protrebbe bastare, ma la vicenda continua. Perché il 19 agosto la giunta, ignorando anche la prescrizione sopraggiunta, delibera invece di resistere al ricorso presentato dalla donna davanti al giudice di pace e così gli avvocati di Palazzo Merlato partono alla volta del capoluogo marchigiano.

Dove si arriva finalmente alla conclusione della causa con la condanna di Ravenna Entrate e del Comune al pagamento delle spese processuali. Per un totale di 350 euro. «È lecito pensare – osservano Ancarani e Foschini – che in consiglio non ci abbiano fornito tutta la documentazione apposta. Come è potuto accadere che tutti quelli che si sono occupati della vicenda abbiano sbagliato?».