Tragedia della Gokbel, identificato un altro corpo

Il cadavere appartiene a un marinaio di 36 anni: era stato ritrovato sul litorale di Fano

Il relitto della Gokbel

Il relitto della Gokbel

Ravenna, 6 novembre 2015 - KUCUKBIYIK Yigit, 36 anni, turco. Si trovava a bordo del mercantile Gokbel il 28 dicembre dello scorso anno, quando la nave entrò in collisione con la Lady Aziza. Il suo corpo fu ritrovato il 23 maggio, lungo il litorale di Fano. Il cadavere era in avanzato stato di decomposizione, nessun documento, in quel che restava degli abiti. Per questo motivo il cadavere è rimasto senza un nome fino a ieri, quando l’esame del dna, disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro, ha permesso di accertare l’identità dell’uomo.

Ieri, infatti, si è presentato a Pesaro un fratello del giovane per un ultimo definitivo accertamento scientifico che ha confermato l’identità del marittimo: Kucukbiyik Yigit, di 36 anni.

Il comandante dell’Ufficio circondariale marittimo di Fano, tenente di vascello Eliana Di Donato, ha tenuto continui contatti con il console generale di Turchia ad Ancona e, nella giornata di oggi, il corpo del giovane naufrago potrà essere restituito al fratello per il rimpatrio della salma in Turchia. Fino a ieri, mancavano all’appello due nomi tra i marittimi della Gokbel morti nella collisione. Ora resta un disperso, accanto a cinque morti. Il 23 maggio fu una mareggiata notturna a restituire alla terraferma di Fano il cadavere di un uomo. Il 21 gennaio, al largo del porto della stessa località marchigiana, un pescatore aveva avvistato un corpo gonfio d’acqua che galleggiava. In quel caso il cadavere fu riconosciuto subito dai documenti che l’uomo aveva ancora con sé, danneggiati da quasi un mese di permanenza in acqua, ma ancora leggibili seppure a fatica.

Era Ustun Zeynel, 45enne di nazionalità turca, già segnalato come uno dei marittimi dispersi della Gokbel.

Questa coincidenza portò anche il 23 maggio a ritenere che il cadavere ritrovato potesse essere quello di uno dei due dispersi ancora mancanti all’appello.

«E’ impossibile al momento dare un’identità al cadavere – disse il tenente Di Donato – ma ovviamente le attenzioni si concentrano sui marittimi che risultano ancora dispersi dal naufragio di Ravenna».

Ieri la conferma che si trattava del 36enne marittimo turco, che oggi tornerà finalmente in patria.