Nozze gay, Barbara e Carla si sono sposate in Portogallo: “Chiederemo al sindaco la trascrizione“

Dopo la cerimonia simbolica a Ravenna FOTO Un "sì" lusitano

Barbara e Carla a nozze in Portogallo (foto Zani)

Barbara e Carla a nozze in Portogallo (foto Zani)

Ravenna, 26 ottobre 2014 - Saranno di nuovo a casa il 10 novembre e allora chiederanno al sindaco Fabrizio Matteucci la trascrizione del loro matrimonio nei registri di stato civile del Comune. «Come è già stato fatto in altri Comuni italiani, alcuni anche molto vicini al nostro (Bologna; ndr). Abbiamo indossato gli stessi abiti che avevamo a luglio a Ravenna, perché volevamo fosse chiaro che questo non è un altro matrimonio, è sempre lo stesso. Ma che in Italia non abbiamo potuto celebrare. Ora ci siamo sposate davvero».

Le ravennati Carla Baroncelli e Barbara Domenichini hanno detto ‘sì’ a Porto, in Portogallo, ieri mattina alle 11, davanti ad una funzionaria della Municipalità locale. Il gesto simbolico che le aveva viste protagoniste a luglio in sala preconsiliare a Ravenna (FOTO), davanti al sindaco Fabrizio Matteucci, si è trasformato in un matrimonio con valore giuridico, perché in Portogallo le nozze tra persone dello stesso sesso sono consentite dalla legge. In Portogallo non sono andate da sole, perché tantissimi amiche e amici hanno deciso di accompagnarle, quasi tutti di Ravenna, alcuni di Milano. In totale erano 42.

«La sera prima della cerimonia — racconta Barbara — eravamo così agitate, e poi pensavo a tutta l’organizzazione, agli arrivi dall’Italia, tra taxi, treni, aerei, perché alcuni sono partiti qualche giorno prima, altri all’ultimo momento. Poi in Italia venerdì c’era anche lo sciopero. Invece è andato tutto bene e la cerimonia è stata bellissima, commovente». Barbara e Carla si sono sposate alla Conservatoria do registro civil della Municipalità di Porto, l’ufficio dei matrimoni civili insomma. «Eravamo in una stanza piccolina — continua Barbara — tutte stipate ed emozionate. C’erano la funzionaria e l’interprete, obbligatorio proprio perché, essendo un matrimonio a tutti gli effetti, volevano essere sicure che capissimo quello che ci stavano dicendo». Anche a Porto hanno voluto ripetere il rito del corteo e così sono partite dall’ostello a capo di una piccola folla festante. «Abbiamo affittato un ostello intero — spiega Barbara — per poter stare tutte insieme. Avevamo calcolato tutto, anche la distanza con l’ufficio in cui ci siamo sposate, così da poterla percorrere a piedi, nonostante i tacchi. Per strada la gente ci salutava e ci faceva gli auguri». E una volta arrivate a destinazione la cerimonia non le ha deluse.

«Le formule — aggiunge ancora la neosposa — sono tutte coniugate al femminile, a dimostrare che non si tratta di frasi standard, e poi siamo rimaste colpite da alcuni articoli del codice che contengono parole come comunità, condivisione, famiglia. Anche la parola matrimonio in portoghese , ‘casamento’, è bellissima. Persino la funzionaria che ha celebrato il matrimonio si è un po’ commossa». Ora dovranno aspettare che il tribunale di Porto convalidi il loro certificato di matrimonio. «Al momento – dice Barbara – ci hanno consegnato una copia. È la prassi dal momento che siamo italiane ma appena pronto ci faranno avere l’originale. Ad un certo punto, durante la celebrazione, ci hanno chiesto se volevamo assumere entrambe anche il cognome dell’altra, senza pensarci abbiamo risposto ‘sì’ . Poi abbiamo riflettuto e abbiamo deciso di rinunciare, perché avremmo potuto avere problemi di carattere burocratico in Italia. Meglio non complicarsi la vita». Dopo la cerimonia sono arrivati i festeggiamenti, «abbiamo affittato un intero locale per il pranzo, perché comunque siamo tante e anche rumorose», poi tra oggi e domani quasi tutti torneranno a Ravenna, tranne Carla e Barbara che rimarranno in Portogallo per il viaggio di nozze.