Giovedì 25 Aprile 2024

Faenza, il Comune approva odg anti gay. E il Pd va a pezzi

Scoppia la polemica sul sindaco Malpezzi, pioggia di critiche e commenti anche sulla sua pagina facebook

Un matrimonio fra due uomini (foto d’archivio)

Un matrimonio fra due uomini (foto d’archivio)

Faenza (Ravenna), 17 dicembre 2014 - Raffica di reazioni dopo la spaccatura avvenuta nel consiglio comunale di Faenza, in seguito all’approvazione di un ordine del giorno di Forza Italia a favore della “famiglia naturale”, formata da un uomo e da una donna. Quei sette voti favorevoli targati Pd, tra cui quello del sindaco Giovanni Malpezzi, che, di fatto, hanno consentito il lascia passare per l’approvazione del documento, non sono andati giù alle alte sfere del partitone. Una pioggia di critiche è scesa per tutto il giorno sulla testa di Malpezzi. Il segretario provinciale del Pd Michele De Pascale sconfessa senza mezzi termini la posizione del sindaco e di cinque consiglieri Pd (compresa Manuela Rontini, che è anche la ‘numero due’ della segreteria di De Pascale ed è stata appena eletta in Regione). La pagina facebook del primo cittadino è stata inondata dalle critiche. Comprese quelle di Aurelio Mancuso, ex presidente nazionale dell’Arcigay.

E interviene persino Nichi Vendola su Twitter. “Una famiglia – scrive il segretario provinciale De Pascale in una nota – è ‘naturale’ quando è fondata sull’amore e sul rispetto. E non dimentichiamoci che Renzi sta combattendo da anni una battaglia per il riconoscimento della parità di diritti e doveri per tutti i cittadini, a prescindere dal loro orientamento sessuale”. Contro la posizione del consiglio comunale faentino sono arrivate anche due distinte raccolte firme da parte di iscritti ed elettori del Pd. La prima è sottoscritta da 74 militanti, quasi tutti di Faenza, con nomi di peso come quello del vicesindaco Massimo Isola e dell’assessore Dumas Minzoni, oltre che della coordinatrice Pd per il territorio faentino Federica Degli Esposti. C’è anche la presidente di Legacoop Romagna Ruenza Santandrea. “Le posizioni espresse dall’ordine del giorno votato anche da una parte del nostro partito sono in aperto contrasto anche con la linea nazionale del Pd”, si legge nel documento, che esprime “totale contrarietà all’istituzione di una ‘Festa della famiglia naturale’”. Arrivano poi altre 56 firme, soprattutto da Ravenna, con un’altra sferzata che recita: «È vigliacco utilizzare l’infanzia per imporre un unico modello di famiglia come degno”.

Attaccato dal suo stesso partito, il sindaco Malpezzi è stato costretto a correggere il tiro. “Temi complessi come quello della famiglia nella società di oggi, che attraversano sensibilità e considerazioni etiche prima ancora che politiche – scrive Malpezzi in una nota –, mal si addicono a un semplice resoconto sull’approvazione di un ordine del giorno, più o meno riuscito. In questo caso, lo dico fin da subito, poco riuscito”. E aggiunge: “Visto quanto accaduto, per parte mia mi farò promotore di un nuovo documento da portare all’attenzione del consiglio comunale. Un documento più rispettoso e della ricchezza di opinioni all’interno della città”.