Paralizzato da anni, è accusato dalla moglie di violenza sessuale

Lei: «Mi toccava, ma glielo avevo vietato»

Una sedia a rotelle

Una sedia a rotelle

Ravenna, 18 settembre 2014 - Dal 2005 mio marito mi ha maltrattato, a parole e anche con le mani. E poi in due occasioni mi ha toccato, una volta il sedere e una volta il seno»: per l’uomo, la Procura ha già chiesto il rinvio a giudizio e l’udienza preliminare, fissata per ieri mattina davanti al gip Piervittorio Farinella, è stata rinviata per un motivo tecnico.

Potrebbe essere una vicenda come (purtroppo) tante altre, ma non è esattamente così. Perché l’imputato, un cinquantenne ravennate, è un paraplegico, da 10 anni vive su una sedia a rotelle a causa di un devastante incidente stradale, nega disperatamente le due accuse e vive questa vicenda come un infernale e kafkiano passaggio della sua vita. L’uomo è difeso dall’avvocato Gerardo Grippo (la parte offesa è assistita dall’avvocato Massimo Ricci Bitti) il quale non chiederà alcun rito alternativo convinto come è dell’innocenza dell’assistito e, in caso di (scontato) rinvio a giudizio, andrà a dibattimento ordinario e pubblico.

Dal giorno del terribile incidente, l’uomo è costretto a dipendere interamente, per le più elementari esigenze, dalla moglie. Tutto sembra filare liscio, pur fra mille problemi di ordine psicologico soprattutto, fino alla fine dello scorso anno e i primi del 2014 quando la moglie un bel giorno dice al marito di volersi separare. L’uomo accetta e viene firmata la separazione consensuale, ma il giorno dell’udienza davanti al giudice, lei non si presenta. Anzi, se ne va da casa e va a vivere in un’altra regione portando con sé il figlioletto. Di lì a poco l’uomo scopre che all’origine di tutto non sono tanto le difficoltà e le incomprensioni giustificabili dovute al suo stato fisico, ma la circostanza che lei stava cominciando una nuova vita. E a quel punto è il marito a presentare istanza di separazione giudiziale ‘per colpa’ della moglie.

E pressoché contemporaneamente la donna si reca in Procura e presenta denuncia per maltrattamenti nei confronti del marito: «È dal 2005 che mi offende e a volte usa anche le mani». La donna viene poi sentita due volte in Procura, e ogni volta aggiunge un particolare, prima il palpeggiamento al sedere: «Ero in bagno, lui mi ha tirato giù i pantaloni e mi ha toccato. Accadeva a gennaio 2014», poi alla seconda ricorda un episodio precedente: «Mi ha toccato un seno. Ma io glielo avevo detto che non volevo».

È poi agli atti del processo il fatto che il risarcimento danni di 800mila euro ricevuto dall’uomo per l’incidente è stato utilizzato da lui per acquistare tre appartamenti, uno dei quali cointestato anche alla moglie, e, nel corso degli anni, sette auto utilizzate soprattutto dalla moglie.