Partita di calcetto finì a pugni: tempi supplementari in Tribunale

Partita 'poco' amichevole: italiano fu colpito da due albanesi: 50 giorni di prognosi e denti rotti

Rissa su un campo da calcio (foto di repertorio)

Rissa su un campo da calcio (foto di repertorio)

Ravenna, 21 maggio 2015 - Doveva essere una partitella in amicizia. Ragazzi albanesi da una parte, italiani dall’altra. E invece tra un gol e l’altro, e qualche fallo di troppo, finì per scapparci una violenta zuffa, con un giovane preso a pugni e finito in ospedale con due denti rotti. Così il match ‘amichevole’ (in realtà non tanto) di calcetto che si disputò il 24 luglio 2011 su un campo sportivo del quartiere Anic di Ravenna ha finito per produrre una coda giudiziaria. E ieri mattina, in Tribunale, davanti al giudice monocratico Corrado Schiaretti, sono cominciati i tempi supplementari che vedono alla sbarra per lesioni personali aggravate due cittadini albanesi, di 24 e 25 anni – difesi dall’avvocato Nicola Casadio – e come parte lesa un 32enne italiano, che ha sporto la querela e si è costituito parte civile con l’avvocato Massimo Martini.

Quel giorno non c’erano arbitro né magliette con i numeri. Una comune partita tra ragazzi su un campetto di periferia. Ma dove da subito cominciarono a volare colpi proibiti. Nella querela, infatti, il 32enne racconta che inizialmente lui era intervenuto per sedare una prima zuffa tra altri due giocatori. Ma ormai gli animi si erano surriscaldati, così bastò un fallo di gioco a scatenare il parapiglia. Gli albanesi si coalizzarono contro il 32enne, che fu colpito con calci e pugni, costringendolo alle cure del pronto soccorso. In ospedale gli fu diagnosticato un trauma cranico facciale e la rottura di due incisivi, con i 15 giorni iniziali di prognosi che in seguito diventarono 50, facendo scattare l’indagine – condotta dai carabinieri di viale Alberoni – d’ufficio. All’udienza di ieri, oltre ai militari, è stato sentito un amico del ferito, che ha confermato i fatti. La prossima, fissata ai primi di luglio, vedrà al banco dei testimoni la ex fidanzata dell’italiano, che era a bordo campo, e una coppia di fratelli ideatori della sfida interetnica.

«Avevo subito un fallo da un giocatore della squadra avversaria – ha raccontato l’amico, oggi 26enne –, cui dissi scherzosamente ‘se mi facevo male ti facevo un mazzo così’. Due di loro mi avvicinarono, provocandomi. A quel punto intervenne il mio amico (il 32enne) per calmare gli animi. Ma subito dopo ebbe un breve alterco, senza però arrivare alle mani. Abbiamo ripreso a giocare, lui fece un fallo e fu aggredito da uno dei ragazzi albanesi. Ne è nata una violenta colluttazione, intervenni limitandomi a sovrappormi e a spingere via, e anche io fui colpito». Anche l’amico finì in ospedale e fu dimesso con una prognosi di 10 giorni. Sporse a sua volta querela, poi la ritirò.