Perseguita14enne, novantenne a processo

Faenza, la aspettava fuori da scuola dicendo di voler ricostruireil suo albero genealogico

Alcune ragazze all’uscita da una scuola (foto Germogli)

Alcune ragazze all’uscita da una scuola (foto Germogli)

Faenza (Ravenna), 27 marzo 2015 - SI APPOSTAVA fuori dalla scuola e l’aspettava all’uscita, dicendo di essere interessato all’albero genealogico della sua famiglia. Ma ora un ultranovantenne residente nel Faentino si trova alla sbarra per stalking nei confronti di una minorenne. I fatti risalgono al dicembre del 2011 e all’epoca la vittima aveva 14 anni. Ieri mattina, in Tribunale, dovevano essere sentiti i genitori, autori dell’esposto che portarono la polizia a indagare l’uomo per gli atti persecutori. Per ragioni organizzative è stato tutto rinviato dal giudice Alessandra Medi al prossimo ottobre, quando i familiari torneranno nella veste di testimoni per essere ascoltati.

SECONDO la Procura – ieri rappresentata in aula dal vice procuratore onorario Simona Bandini – l’anziano, con una condotta reiterata, avrebbe molestato la minore, provocandole un grave stato d’ansia e costringendola a cambiare le proprie abitudini di vita. In particolare, non poteva più fermarsi a parlare con i compagni di scuola in strada, al fine di non incontrarlo. Lui all’inizio le aveva regalato un libro scritto di suo pugno, e quando la incontrava la salutava come se la loro fosse una conoscenza di lunga data. La fermava fuori dalla scuola per parlarle – senza però averla mai toccata –, e le proponeva di fare insieme l’albero genealogico della sua famiglia. Aveva telefonato anche a casa dei genitori, dicendo che la loro figlia era interessata a ricostruire le origini della sua discendenza parentale.

La ragazzina si era rifiutata di dargli indirizzo e numero di telefono, che lui riuscì ugualmente a recuperare. Tante attenzioni portarono i genitori a inoltrare un esposto per molestie, soprattutto dopo che l’uomo si era spinto al punto di inviarle una lettere nella quale tornava a proporle di incontrarsi e al tempo stesso si rammaricava di non averla più vista fuori dalla scuola. L’anziano – difeso dall’avvocato Giovanni Battista Emaldi ––non ha negato i fatti ma ha escluso l’intento persecutorio. Conosceva un parente della ragazzina. E, in quanto appassionato di ricerche storiche, sostiene che era realmente interessato a ricostruire quell’albero genealogico, cosa che poi avrebbe portato a termine in autonomia facendo ricerche in biblioteca. Ciò in quanto il cognome della ragazzina era lo stesso della madre di lui, una parziale omonimia che aveva attirato la sua curiosità e il suo interesse.

IL LIBRO che le ha regalato era stato scritto da lui, relativo a un particolare periodo della sua vita, per dimostrarle la bontà delle sue intenzioni. Ma le sue pressanti attenzioni avevano finito per spaventarla, facendo temere il peggio anche alla famiglia. La minorenne, che fu ascoltata in situazione protetta, disse che aveva paura, forse anche suggestionata da episodi in contesti similari che aveva visto in televisione.