Gastronomia, la piadina Igp è ambasciatrice della Romagna

Il Consorzio di promozione del prodotto sarà anche a Expo 2015

Che buona la piadina

Che buona la piadina

Bologna, 20 novembre 2014 - La piadina ambasciatrice della Romagna nel mondo: non è una provocazione, ma l’ambizione del Consorzio di promozione del prodotto alimentare simbolo della Romagna, che dal 4 novembre ha ottenuto la certificazione Igp (Indicazione geografica protetta) dalla Commissione Europea. “Un risultato che- spiega il direttore del Consorzio Paolo Migani durante la conferenza di oggi a Unioncamere Bologna- è a tutela del territorio: d’ora in poi ‘Piadina Romagnola’ e ‘Piada Romagnola’ saranno solo quelle prodotte e confezionate esclusivamente nel suo luogo di origine , la Romagna, nel rispetto del Disciplinare. Nessun altro potrà farlo”.

E per celebrare questo importante riconoscimento il Consorzio, composto attualmente da 21 aziende, ha messo in campo una serie di iniziative, volte a sponsorizzare e diffondere la piadina anche oltre i confini nazionali. Nel 2015 saranno previsti quattro educational sulla piadina romagnola con dimostrazioni che toccheranno altrettante capitali europee: Berlino, Parigi, Londra e Madrid. Inoltre, il Consorzio prenderà parte a due appuntamenti di settore a Parigi (Sial e Parizza) e sarà presente anche a Expo 2015 insieme alla Regione, con una serie di iniziative (degustazioni, laboratori, workshop con la stampa estera).

“Sono queste alcune iniziative che ci vedranno presentare e promuovere la piadina romagnola in Italia e nel mondo- spiega il presidente del Consorzio Elio Simoni- la certificazione Igp ci ha dato una marcia in piu’ in tutti i sensi: prima, quando andavamo all’estero, a garanzia del prodotto ci chiedevano questa certificazione, e il non averla ci rendeva ‘deboli’ sui mercati”.

Del resto i numeri parlano chiaro: la produzione di piadina nel suo insieme (romagnola e non) nel 2013 è arrivata alla cifra di 61.000 tonnellate e il fatturato di produzione, sempre riferito al 2013, è di 125 milioni di euro. Ma sono ancora più interessanti i dati relativi alla produzione di piadina certificata Igp, che ha toccato quota 11.300 tonnellate, per un fatturato di 27 milioni di euro.

In sostanza, il 22% della piadina prodotta ad oggi è certificata Igp come piadina romagnola. “Sono soddisfatto per questo traguardo raggiunto dopo dieci anni di duro lavoro e tante difficoltà, spesso dovute al cosiddetto ‘fuoco amico’, spiega Tiberio Rabboni, assessore regionale all’Agricoltura, presente anche alla conferenza. “Un percorso difficile, ma di crescita per tutti perché alla fine si è giunti a una conclusione inclusiva di tutte le diversità che sussistono tra i vari tipi di piadine: alla fine il minimo comune denominatore per tutte sarà quello di un prodotto naturale e senza conservanti. Il riconoscimento dell’Unione Europea- continua- è importante, perché certifica l’unicità della piadina come prodotto esclusivo della Romagna e contemporaneamente prevede sanzioni per chi cerca di contraffarlo o produrlo in altre regioni. Questa è una cosa da non sottovalutare ed estremamente importante per il nostro territorio in termini economici – spiega – perché potrebbe succedere qualcosa di simile all’esperienza dell’aceto balsamico di Modena: anche in quel caso, dopo un percorso altrettanto difficile, si è raggiunto un risultato, che ha obbligato coloro che facevano l’aceto balsamico in altri posti, a spostare la produzione nel territorio di Modena. Con la piadina potrebbe succedere la stessa cosa”.