Picchiata e drogata per prostituirsi, la obbligava minacciando il figlio

Arrestato 25enne per aver ridotto in schiavitù la compagna

SEQUESTRO Il materiale posto sotto sequestro dai carabinieri. Nella foto in alto il capitano Davini e il maresciallo Mangone (Zani)

SEQUESTRO Il materiale posto sotto sequestro dai carabinieri. Nella foto in alto il capitano Davini e il maresciallo Mangone (Zani)

Ravenna, 24 luglio 2016 - A far partire la segnalazione è stata una vicina di casa: in quell’abitazione del centro nell’ultimo mese c’era uno strano viavai. Tutti uomini: arrivavano furtivi, rimanevano per poco tempo e se ne andavano via. E tutti anche di una certa età. Così sono partite le indagini del Nucleo radiomobile dei carabinieri di Ravenna e quanto è emerso è un quadro di desolazione e violenza.

In quella casa viveva una giovane donna di nazionalità rumena (con il figlioletto e la madre) che veniva costretta dal compagno a suon di botte e minacce a prostituirsi. La zona è quella della stazione: sotto l’attenta vigilanza del compagno rumeno 25enne la giovane adescava i clienti e li portava a casa, nella cantina che era stata adibita a squallida alcova, dove si consumava il rapporto sessuale.

Poi consegnava all’aguzzino il denaro. Così è andata anche venerdì sera ma oltre al denaro l’uomo ha trovato le manette. I carabinieri del Radiomobile hanno tenuto sotto controllo la casa, l’aguzzino e la donna e lo hanno sorpreso in flagranza: la giovane aveva accompagnato un uomo nel tugurio e poi raggiunto il compagno per consegnargli 80 euro, l’ammontare della prestazione. A quel punto è scattato l’arresto.

La ventenne era giunta in Italia nei primi mesi del 2014 con un figlio neonato e la madre, ha conosciuto il connazionale ed è andata a vivere con lui. Ma lui da subito l’ha costretta a portare a casa denaro in modo illecito: voleva i soldi e ne voleva tanti così l’ha avviata alla pratica del taccheggio (tanto che i due in passato sono stati fermati più di una volta dai carabinieri). Però di soldi a lui ne servivano di più: aveva la passione per il gioco e si ‘bruciava’ circa 300 euro al giorno alle macchinette. Così oltre alle violenze verso di lei, toccando quanto aveva di più caro cioè minacciando il figlioletto, l’ha costretta a prostituirsi. E per renderla più accondiscendente le iniettava il metadone (sequestrato dai militari insieme ai preservativi trovati nella cantina).

Ogni giorno in media riceveva cinque clienti - l’uomo teneva per sé tutto il guadagno di circa 400 euro al dì - e lasciava a lei solo 20 euro a settimana. «Tanto che la giovane - ha spiegato il capitano Andrea Davini, comandante della Compagnia – nell’ultimo mese ha raccontato di non aver fatto nemmeno un pasto decente. Perché quei soldi dovevano bastare a lei, al figlio e alla madre». Non solo, l’aguzzino, per paura che la donna potesse andarsene di casa, la costringeva ad avere rapporti solo con persone anziane. Se accettava un rapporto sessuale con un cliente giovane ad aspettarla c’erano le angherie dell’uomo. Ora la giovane è stata affidata ai servizi sociali mente il 25enne rumeno è in carcere: deve rispondere di sfruttamento della prostituzione e maltrattamenti aggravati, oltre alla pesante accusa di riduzione in schiavitù.