Pistola al parco e Jihad, il 28enne aveva già manifestato il disagio

Emergono nuovi particolari sul giovane bloccato sabato notte dalla polizia in un parco cittadino con una revolver Beretta calibro 38

Un miliziano dell'Isis (Ansa)

Un miliziano dell'Isis (Ansa)

Ravenna, 22 luglio 2016 - Nuovi guai giudiziari per Fortion Llusha, il 28enne albanese bloccato sabato notte dalla polizia in un parco cittadino con una revolver Beretta calibro 38 special risultato rubato. Questa volta i carabinieri gli hanno notificato in carcere a Ravenna la cosiddetta elezione di domicilio per la nomina di un avvocato di fiducia attraverso il quale tutelarsi dall’ipotesi di tentato furto in abitazione, reato che secondo l’accusa il 28enne aveva maturato quando a metà febbraio scorso era scappato alla guida di un’auto.

Gli inquirenti credono che in quell’occasione che il giovane avesse fatto da palo mentre altri due o tre presunti complici avevano cercato di entrare in un’abitazione. Il tentativo aveva fatto scattare l’intervento del Radiomobile: nella successiva fuga, uno degli altri malviventi (sembra non Fortion) aveva perso un cospicuo quantitativo di contante: circa 20 mila euro.

Quel danaro potrebbe legare l’albanese al revolver, arma risultata rubata in una notte di metà aprile da un’abitazione di Viserba. Llusha ha riferito agli investigatori di averlo comperato da un connazionale del quale non ha però voluto rivelare il nome. Pur in un quadro di dichiarazioni non sempre aderenti alla realtà – ha prima detto di avere comperato la pistola 3 o 4 anni fa per poi correggere il tiro a un mese fa –, ha spiegato che gli sarebbe servita «per difesa personale».

Difendersi da chi? Tra le ipotesi, c’è che quei 20 mila euro avrebbero dovuto servire come saldo per un debito maturato in ambiente criminale. E che il loro smarrimento avesse innescato un crescendo di minacce e timori. Se davvero così è andata, è possibile che questo abbia acuito l’evidente disagio manifestato dal 28enne il quale sulla parete della sua camera da letto nella casa di via Vulcano (ora sotto sequestro) aveva vergato scritte inneggianti alla religione mussulmana e alla grandezza di Allah. E che soprattutto davanti agli inquirenti,ha spiegato che quelle scritte gli erano state suggerite dagli spiriti guida aggiungendo accenni a «satana», «diavoli» e ad alcuni amici che li avevano consigliato di leggere il Corano per trovare le risposte che cercava.

È la ragione per la quale il fascicolo – oltre che da Volanti e squadra Mobile – è seguito pure dalla Digos. E che ha spinto la procura ravennate a inoltrare le carte per conoscenza alla Dda bolognese. Al momento quello di Fortion appare il caso di un ragazzo segnato da disagi personali che si trova in un’arma per le mani e – stando alle sue ammissioni – la sua due volte in aria spinto da semplice nervosismo. In passato il giovane era stato in almeno una occasione portato da un medico specialista proprio in ragione del disagio manifestato. È chiaro che in generale ragazzi in questa condizione potrebbero più facilmente essere attratti da derive mistico-religiose. Molto in tal senso potrebbe spiegare il fratello, imprenditore edile allo stato però irrintracciabile dalle forze dell’ordine.

Per quanto riguarda Llusha, è la sua presunta pericolosità ad averne determinato la custodia cautelare in carcere. Non è escluso che per lui il magistrato, dopo avere chiarito alcune situazioni, disponga un provvedimento di espulsione. La questura aveva già rigettato la richiesta di rinnovo: atto che avrebbe dovuto indurre il 28enne a lasciare entro 15 giorni il suolo nazionale. Ma così evidentemente non è stato.

a.col.