Ottolenghi lascia il comitato portuale. Strappo con Di Marco

Il presidente di Confindustria: "Da tempo non ricevo più risposte adeguate". "In tre anni fallite tutte le strade di programmazione del dragaggio"

Guido Ottolenghi

Guido Ottolenghi

Ravenna, 9 febbraio 2015 - È bufera sul porto di Ravenna. Il botta-risposta rovente sul Progettone tra il presidente di Confindustria, Guido Ottolenghi, e quello di Autorità portuale, Galliano Di Marco, sfocia nelle dimissioni del numero uno degli industriali dal Comitato portuale. Con una lettera in cui ribadisce la sua posizione: «Mi pare che in tre anni siano fallite tutte le strade di programmazione del dragaggio e a ogni soluzione mancata si sia intrapresa una strada più complessa e costosa fino ad arrivare alla attuale, nella quale non ho piu’ fiducia».

Ottolenghi sottolinea come «da tempo, forse per limiti nelle mie capacità», non riceve «risposte adeguate» sullo sviluppo del porto. Il Comitato, aggiunge, «si riunisce poco e dopo tre anni il progetto di escavo è solo un progetto». Di più, rincara la dose, «sempre più un progetto immobiliare e sempre meno un progetto marittimo». E se alla riunione di fine anno da Galliano di Marco sono arrivate «per la prima volta risposte articolate», non erano complete e Ottolenghi non si è convinto.

Certo rimane a favore dell’abbassamento dei fondali del Candiano, ma ora si sente un «ostacolo» e non un «aiuto» al Progettone. Per cui si fa da parte: «Non penso- chiarisce - di potere votare scelte che non capisco e che impegnano ingenti somme dei cittadini». Al numero uno degli Industriali ravennati rimane la speranza di sbagliarsi nel suo «giudizio sulle scelte di Ap e di vedere presto le draghe nel porto». Il progetto, conclude, «puo’ ancora avere successo se guidato con saggezza ed equilibrio».