Porto, progettone ‘inquinato’: “Meglio tornare al piano regolatore del 2007”

Affondo di Ancisi (Lpr): la valutazione d’impatto ambientale nel mirino

Sott’accusa il progetto di sviluppo dell’hub portuale

Sott’accusa il progetto di sviluppo dell’hub portuale

Ravenna, 4 agosto 2015 – Il Progettone pecca decisamente sul fronte della valutazione di impatto ambientale. Scatta così una serie di diffide, al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, e dell’Ambiente, Gianluca Galletti, al presidente della commissione tecnica di Via del ministero stesso, al coordinatore del Comitato di coordinamento per l’Alta sorveglianza delle Grandi opere, alla Commissione europea e al procuratore di Ravenna, da parte del consigliere di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, nemico numero uno del progetto di sviluppo dell’hub portuale impostato dal presidente dell’Autorità portuale, Galliano Di Marco. Il Candiano, lamenta Ancisi, «langue nel cul de sac in cui il Progettone di smaltimento dei suoi fanghi lo ha infognato».

Dagli esposti del consigliere in Procura e dai tre conseguenti filoni d’indagine penale sono scaturiti «molti avvisi di garanzia e alcuni rinvii a giudizio». La prova lampante che «occorre cambiare radicalmente strada per liberare il porto dai fanghi e per scavarne e trasferire correttamente le altre quantità essenziali per uno sviluppo ragionevole».

Il Comitato portuale di giovedì 6 agosto dovrebbe apportare una revisione «profonda», ma, avverte Ancisi, il Progettone è «inquinato insanabilmente da larghe carenze della Valutazione di impatto ambientale».

Manca infatti per «le aree destinate a deposito finale a terra dei fanghi portuali denominate Logistica 3 (terreni ex agricoli di Porto Fuori), Bassette sud-sud, Lido Adriano e Pontazzo, pari a 2.769.045 metri quadrati sui 3.770.240 totali del progetto». Dunque «l’approvazione del Progettone preliminare risulta irrimediabilmente viziata, rendendo di per sé inammissibile l’approvazione del Progettone definitivo».

La a mancanza di Via «colpisce comunque Logistica 3, Logistica 4 e Bassette sud-sud/Area S3». E non è tutto. Un’altra «notevole violazione» riguarda la non conformità del ‘Progettone definitivo’ al ‘Progettone preliminare’, come la legge impone. In quest’ultimo, infatti, il quadro economico del primo e secondo stralcio dei lavori ammontava a 137 milioni di euro, nel primo quasi raddoppia, salendo a 220; nel preliminare non figurano le spese per le opere di mitigazione ambientale, pari a 650.000 euro, oltre che per l’affitto (1.500.000) o l’esproprio (46 milioni) delle aree destinate a deposito finale dei fanghi portuali; risultano stravolte, tra il preliminare e il definitivo, le quantita’ totali del deposito dei fanghi portuali in sito provvisorio, da 990.000 metri cubi 1.771.000, e finale, da 990.000 a 1.417.000.

Del tutto illegittime, prosegue Ancisi, anche le procedure di esproprio, per mancanza prima dell’approvazione del progetto preliminare della comunicazione ai soggetti interessati. Intervenire sul Progettone definitivo, detta la sua ricetta il civico, «mi sembra operazione tecnicamente spericolata, anche se non avrei politicamente nulla da dire». Ma meglio riprendere il progetto definitivo delle opere connesse al Piano regolatore portuale 2007, munito di Via e «cantierabile fin dal 2012, ma inspiegabilmente accantonato subito».

(fonte Dire)