Faenza (Ravenna), 2 giugno 2013 - Nuovamente fiamme al portone del Comune di Faenza, in piazza Nenni. Il nuovo attentato incendiario avvenuto questa notte viene a tre giorni dal primo episodio, quando sempre con del liquido infiammabile venne attaccato lo stesso portone e a distanza di nove dall'attentato a casa del presidente della Provincia di Ravenna, Claudio Casadio.

Questa volta l'episodio è avvenuto attorno all'una. Il 'copione' seguito dall'incendiario sembra lo stesso di tre notti fa. Un passante si è accorto dell'incendio ed ha chiamato le forze dell'ordine. Sul posto i carabinieri e la polizia. Dopo l'episodio di giovedì notte, sul territorio sono state dislocate diverse pattuglie delle forze dell'ordine; malgrado questo, l'incendiario, che potrebbe essere lo stesso di giovedì notte, ha colpito ugualmente. Questo nuovo attacco alle istituzioni ha portato il sindaco Giovanni Malpezzi, subito avvisato, a postare un messaggio nella notte dal titolo esplicativo: Adesso basta!

«Questa notte - scrive il sindaco - attorno alle due, ignoti hanno nuovamente appiccato fuoco al portone degli uffici del Municipio. La struttura del portone ha tenuto, ma i danni subiti sono più rilevanti del primo attacco di giovedì scorso. I danni provocati da questi gesti sono ben più gravi del loro valore economico. Il danno più grave è la ferita aperta nei confronti della Comunità. Sfregiare la “Casa Comune”, significa sfregiare noi stessi, la nostra identità di faentini, pacifici e laboriosi. Oggi, 2 Giugno, Festa della Repubblica, giorno in cui celebriamo la nascita dell’attuale forma di governo dello Stato, Faenza si sveglia arrabbiata. Siamo arrabbiati, non intimoriti. Siamo arrabbiati con tutti coloro che scherzano col fuoco. Il fuoco quando parte davvero non si governa più. E non mi riferisco tanto al fuoco materiale, ma al fuoco sociale che sta covando in una comunità affaticata da oltre cinque anni di grave crisi economica. Non scherziamo col fuoco. A tutti Voi chiedo vigilanza e senso di responsabilità. Isolate i violenti e vogliate bene alle Istituzioni. Il Comune è la vostra Casa Comune a prescindere dal Sindaco pro-tempore che la governa e dal colore politico della maggioranza che l’amministra. In una Comunità democratica il sindaco lo si crea e lo si distrugge col voto nell’urna, non con le fiamme. Io sono qui, al mio posto di lavoro, e ci resterò fino al giorno in cui i faentini lo vorranno. Lavorerò con la serenità di sempre, con la certezza che il bene, alla fine, prevarrà sul male, con l’aiuto di tutti. Intanto ringrazio i tanti Carabinieri e Poliziotti che in queste notti stanno vegliando sulla nostra città. Viva l’Italia ! Viva Faenza in Pace !»

di Antonio Veca