Ravenna, 6 aprile 2014 - A Casalborsetti, in un'atmosfera attonita, i fedeli che si sono ritrovati per la tradizionale messa domenicale, hanno avuto una sorpresa. A celebrarla, dopo lo scandalo dell'arresto del parroco don Giovanni Desio, è arrivato in persona l'arcivescovo monsignor Lorenzo Ghizzoni, rientrato da un viaggio ad Assisi. Il vescovo si è anche fermato a parlare con alcuni parrocchiani prima della messa. Monsignor Ghizzoni ha anche annunciato che don Giovanni Desio è stato sospeso da tutti gli incarichi ecclesiastici, e sara’ anche “oggetto di un procedimento al nostro interno”, 

L'arcivescovo ha aggiunto: "I fatti sono gravissimi. E' vero che c'erano state polemiche dopo l'incidente (alludendo alla notte del febbraio scorso in cui don Desio, con un suv Bwm nuovo da 35 mila euro e un tasso alcolemico di quasi quattro volte il limite, era finito nel canale dopo avere urtato un'auto in
sosta - foto -, ndr), tuttavia non mi potevo certo aspettare nulla di quanto accaduto. Chiederemo un momento di preghiera per le vittime e le loro famiglie. E anche per don Giovanni, perche' per lui c'e' la necessita' di recuperare un percorso normale".

Ghizzoni ha esortato i fedeli a essere uniti: "Siamo di fronte a un peccato dal punto di vista morale
e a un reato dal punto di vista penale, oltre che a un disturbo di qualche tipo perche' certamente occorre curare una persona cosi'". Il vescovo ha infine sottolineato che "ci dobbiamo impegnare a dare sostegno alle vittime e collaborazione agli inquirenti".

Gli abusi sessuali attribuiti a don Giovanni Desio vengono ricondotti ad almeno 4-5 ragazzini di eta’ tra i 14 e i 15 anni, non tutti della medesima parrocchia. Il sacerdote e’ accusato di adescamento, atti sessuali con minorenni e sostituzione di persona. Le indagini, oltre che sull’esame delle intercettazioni, proseguono sugli elementi sequestrati in canonica, tuttora sigillata. 

Tra il materiale sequestrato figurano il computer del prete, diverse foto, appunti, agende, materiale tecnologico e alcuni giochi. L’ipotesi di reato di sostituzione di persona, a quanto si e’ appreso, fa riferimento alle circostanze nelle quali poche settimane fa si era aperta l’inchiesta, coordinata dal Pm Isabella Cavallari.

In quell’occasione il padre di un giovane aveva notato un messaggio sul profilo Facebook del figlio che aveva attirato la sua attenzione: il sospetto e’ che possa averlo scritto don Desio, utilizzando l’identita’ e la password del ragazzo al fine di autosostenersi, a nome del giovane.

L’interrogatorio di garanzia del sacerdote, difeso dall’avvocato Enrico Maria Saviotti, e’ stato fissato per domani mattina davanti al Gip Rossella Materia, la stessa che aveva firmato la misura cautelare carceraria scrivendo, tra l’altro, che “di fronte a figura con spiccata spregiudicatezza e capacita’ a delinquere” e con “totale assenza di freni inibitori”, la sua condotta “poteva essere contrastata solo attraverso la misura estrema di cautela”.

La misura restrittiva è stata decisa per il presunto pericolo di reiterazione del reato: in un’intercettazione il sacerdote avrebbe fatto riferimento alla possibilità di poter conservare la patente, nonostante l’incidente dello scorso febbraio, per tutto periodo di Pasqua e di conseguenza di poter avere un momento di svago con uno dei ragazzini presumibilmente abusati.

L’unico ad avere finora avuto la possibilità di fare visita in carcere a don Desio è stato il cappellano della casa circondariale di Port’Aurea, don Sergio. Quest’ultimo ha riferito di una persona che tutto sommato sta bene, in relazione alla portata della vicenda che lo ha travolto. L’unico parente stretto di don Desio, originario del Milanese, è l’anziana madre: il compito di avvertire la donna è probabilmente toccato a uno zio, avvisato dell’accaduto poco dopo l’intervento della polizia. Non è escluso che nelle prossime ore la squadra mobile possa compiere un nuovo sopralluogo nella canonica di Casalborsetti, sul litorale ravennate, da ieri sigillata dopo la notifica della misura cautelare al sacerdote.

Sulla vicenda di don Desio e’ tornato questa mattina, con un nuovo tweet, il sindaco Fabrizio Matteucci. Ieri aveva scritto che “il cuore della citta’ sanguina”, oggi aggiunge che “Ravenna e’ attonita. I bambini sono il bene piu’ prezioso. La comunita’ chiede verita’ limpide, assunzione di responsabilita’, giustizia severa”.

 

IL COMMENTO Il fuoco sotto la cenere di Andrea Degidi