Ravenna, 6 aprile 2014 - C’entra anche l’incidente del canale, nell’inchiesta per pedofilia a carico di don Desio. Proprio dopo quell’episodio, un mese fa, è partita l’indagine, innescata dalla denuncia di un genitore. Il figlio, assicura, non è tra le (presunte) vittime di abusi sessuali. Ma a lui il sacerdote aveva rubato l’identità. Se non altro quella virtuale.

Come si accorse che qualcosa non andava?
«Mi fecero notare strani post sul profilo facebook di mio figlio scritti al mattino, tipo alle 8.30 o a mezzogiorno. In pratica sempre in orari di scuola».
A quel punto cosa fece?
«Non mi sembravano frasi scritte da mio figlio, o comunque da un ragazzo di 15 anni. Gli domandai come fosse possibile: ‘Giochi col cellulare a scuola, o magari non ci vai neppure?’. All’inizio era un po’ titubante, ma ho insistito. Così un giorno mi spiegò tutto: «Non sono io che uso il cellulare a scuola, non potrei farlo. Ma ho dato account e password della mia pagina facebook a don Desio».
Quindi pensa che a scrivere non fosse suo figlio, ma il sacerdote.
«Non solo con l’identità di mio figlio, ma anche con quella di altri suoi coetanei, per scrivere messaggi assolutori dopo l’episodio del suv nel canale, per far sembrare che questi ragazzi lo discolpassero. E che la colpa fosse tutta dei giornalisti che avevano scritto dell’incidente, che venivano apostrofati con frasi ingiuriose del tipo ‘vermi schifosi, vergognatevi’. Non credevo che mio figlio potesse arrivare a scrivere cose del genere».
A quel punto ha fatto denuncia?
«Andai prima alla polizia postale, dove mi dissero che al più il reato era di sostituzione di persona, ma che se pensavo potesse esserci qualcosa di più fosco sarei dovuto andare in questura alla sezione minori. Ed è quello che ho fatto».
L’indagine, in pratica, è partita grazie a lei.
«Credo di sì. Dopo questa segnalazione gli hanno messo sotto controllo il telefono, ed è venuto fuori tutto il resto...»
Cosa ha detto a suo figlio?
«Gli ho detto dell’arresto ed è rimasto sbigottito».
Aveva mai avuto sospetti di pedofilia sul parroco?
«Da un po’ di tempo il suo atteggiamento era strano e troppo morboso verso i ragazzini. Li riempiva di regali, li portava al cinema, a mangiare fuori e persino in vacanza. Anche mio figlio era diventato troppo succube verso questa persona. Mi sono accertato che lui non fosse coinvolto. Altrimenti la polizia non sarebbe servita: ci avrei pensato io».

l.p.