Ravenna, 7 aprile 2014 - Don Giovanni Desio, il parroco di Casalborsetti arrestato nell’ambito di una inchiesta antipedofilia, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di garanzia in carcere, avvenuto nel pomeriggio, davanti al Gip Rossella Materia e al Pm titolare del fascicolo Isabella Cavallari.

Don Desio è stato assistito dal suo nuovo legale (l’avvocato ravennate Battista Cavassi), dopo che in un primo tempo il prelato aveva designato l’avv. Enrico Maria Saviotti. E’ stato lo stesso Saviotti, in mattinata, a comunicare a don Desio – durante un incontro in carcere durato oltre un’ora – di dover rinunciare al mandato difensivo per problemi legati ad un eventuale conflitto di ruoli, in quanto portavoce della Curia ravennate. Saviotti ha comunque riferito di aver trovato una persona distrutta e provata sul piano psicologico e che rifiuta il cibo.

Durante l’interrogatorio, il suo nuovo legale non ha chiesto per il prete nessuna misura alternativa al carcere. Si è riservato, più avanti, alla luce di un più approfondito esame del materiale finora messo a disposizione dalla magistratura, di presentare un'istanza per i domiciliari, eventualità alla quale la Procura sembra per ora tutt'altra che intenzionata a dare parere positivo. Don Desio per ora rimane nel carcere di Ravenna anche se tra qualche giorno potrebbe essere spostato in quello di Ferrara, attrezzato per il tipo di reati contestati. Nei prossimi giorni verranno anche sentite, in un contesto protetto, le parti offese, almeno 4-5 ragazzini  tra i 14 e 15 anni di età.

 

Sms e messaggi d'amore ai ragazzini

Sms, messaggi attraverso WhatsApp, dialoghi estrapolati dai social network contenenti, spesso, dichiarazioni d'amore: così il Gip Rossella Materia ha riempito le quasi venti pagine con le quali ha motivato l'esigenza cautelare di Don Giovanni Desio alla luce del presunto pericolo di reiterazione del reato di pedofilia. Ad esempio, in una intercettazione, rivolgendosi a un ragazzino della sua parrocchia, il prete gli chiedeva se fosse piaciuto un particolare tipo di rapporto sessuale. Il giovane aveva allora giudicato strano che il suo parroco avesse indugiato su quel rapporto. Nella misura restrittiva si fa riferimento anche a un secondo adolescente che per l'imminente periodo pasquale da una città della Lombardia, era stato invitato alla casa ravennate di don Desio. Il sacerdote gli aveva assicurato che la patente non gli starebbe stata ancora sospesa e ciò avrebbe consentito ai due un periodo di svago. Riferimento chiaro all'incidente del febbraio scorso nel quale il sacerdote, dopo avere urtato un'auto in sosta, con la sua auto nuova , era finito nel canale di Casalborsetti con un tasso alcolemico di quasi quattro volte il limite. A far scattare le prime indagini della squadra mobile, i successivi messaggi nella rete di auto-sostegno e di attacco alla stampa locale scritti dal prete presumibilmente con l'identità di un'altra persona.